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La corsa all'oro giallo
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NICOLO' giuoca a lu "SPIRLICCHIU"
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ALTRE MOSTRE DI AGOSTINO TULUMELLO
Esposizione Arte Contemporanea
Castello Chiaramonte "Scotch"
Esposizione di Bologna La
Scuderia, con immagini di Luigi Ontani e Achille Bonito Oliva
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ARCHEOLOGIA A MONTEDORO
di Calogero Messana
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UNA STRANA MELODIA
Da sempre, il suono delle
campane ha regolato e cadenzato il ritmo della giornata: per chiamare a
raccolta gli abitanti del villaggio a contrastare l'avvicinarsi del
nemico o per invitare i fedeli in chiesa. L'invenzione, poi,
dell'orologio da torre, ha contribuito ulteriormente a regolare il ritmo
della giornata, diffondendo nell'etere il suono delle ore, dei quarti,
del mezzogiorno e della mezzanotte. Ma anche suoni e melodie particolari
come "ciccanninu" o le "venti ore" che, in base alla
stagione, secondo la tradizione medievale, cadevano intorno alle ore
sedici attuali.
A San Cataldo esistevano due
orologi da torre (purtroppo sostituiti da altrettanti orologi elettrici)
sistemati uno sulla Torre Civica ed un altro sul campanile della chiesa
del Rosario.
Questi due orologi, come raccontano i sancataldesi, alle otto del
mattino emettevano in sincronia una melodia particolare detta "l'urtima
chiamata di li lagnusi". Invitavano,
cioè, i lazzaroni ritardatari a recarsi al lavoro.
Il primo sembrava ritmare: "Va-ga-bbu-nnu,
va 'ttra-va-glia...!".
Mentre il secondo rispondeva: "Va-cci
tu, ca 'mia m'ann-oia....!".
Chissà quanti altri ricordi e storielle
divertenti si stanno perdendo da quando l'elettronica ha sostituito la
meccanica, da quando i monaci delle Abbazie, precursori di antiche
tradizioni, non hanno più tempo per salire sulla torre campanaria a
"dare corda" ai vecchi orologi; o semplicemente da quando la
sparizione dei sacrestani ha delegato anonimi dischi a diffondere
nell'etere, sempre più inquinato, melodie che sanno tanto di musica
leggera, in sostituzione del caldo suono bronzeo delle campane,
che sembravano parlare. |
UNA PASSEGGIATA ALLA "SABBUGIA"
di Calogero Messana
Passando lungo lo stradale per Serradifalco,
giunti al confine del territorio di Montedoro, si intravede una collina
di calcare che domina la vallata. Centinaia di volte siamo passati lungo
quella strada senza potere vedere dal basso cosa si nasconde in mezzo
alle pietre che circondano la cima della collina.
In una giornata asciutta ho deciso di salirvi
con la macchina fotografica. Man mano che ci si avvicina si scorge la
particolare struttura della collina: una cerchia di massi delimita un’area
in pendio esposta a mezzogiorno, adesso seminata a grano, ma che
probabilmente costituiva la delimitazione naturale di un antico
insediamento.
Ogni masso di calcare porta i segni di antiche
presenze . Decine e decine di tombe a camera scavate , o appena
abbozzate , segnano le pareti delle candide pietre: ho pensato alla ben
più nota Pantalica.
Conoscevo le due tombe Sicane della contrada
Guarini poiché ci giocavamo da bambini quando si andava a raccogliere
le olive, ma quelle della Sabbugia, ad appena 500 metri di distanza,
sono molto più numerose. Sicuramente, scopro solo oggi, che è il luogo
più insediato e frequentato del passato che si trovi nel territorio di
Montedoro.
Non conosco gli studi fatti sull’area ma il
toponimo arabo al-sabbuq fa pensare che anche in quell’epoca fosse
luogo frequentato. Purtroppo non vi è, a vista, alcuna traccia di resti
ceramici o vetri, ma più in basso, nel cosiddetto "Lago di Giù
" una "senia" per sollevare l’acqua è ancora presente
ed è stata attiva fino a qualche decennio addietro.
Per ora mi accontento di mostrare le foto
scattate ma spero di poterci ritornare con persone esperte per
approfondire la conoscenza del luogo.
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Da
Calogero Messana
Carnevale 1982 a
MONTEDORO
VISTO CHE E' ARRIVATO
CARNEVALE , TI INVIO ALCUNE FOTO DI QUELLO DELL' 82 .
SONO RICONOSCIBILI MASTRO PEPPE D'ASCIA, ANDREA
E CLAUDIO (CHE NON CI SONO
PIU') ED UNA RICOSTRUZIONE DI PAPA WOITYLA.
ERANO I TEMPI DI SOLIDARNOSC (DIVENUTO "SOLIDARVOSC" ) E
DELLE PRIME INGERENZE DEL PAPA NELLA VITA POLITICA
ITALIANA .
ALLA "PAX" PAPALE AVEVAMO CONTRAPPOSTO UN GIOCO DI
PAROLE : SEX ,MAX ,REX ,SAX .... ETC
Andrea sostiene ..... Woityla
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Il
papa "tedesco" Ratzinger evoca le fiamme dell'inferno:
"stagno di fuoco, ardente di zolfo"
(I siciliani che vivono e
convivono con lo zolfo sono avvisati!)
Neppure nell'anno mille, quando si credeva
nell'imminente fine del mondo,
e tutti si percuotevano il petto ed i
notai scrivevano in calce ai loro atti:
"Appropinquante fine
mundi..." (Avvicinandosi la fine del mondo...),
c'era tanta
virulente e tracotante acredine verso il gregge cristiano!
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Lo "schiaffo" della Sapienza
L'Università é, come vuole la retorica, il "Tempio" della
scienza e del sapere, della autonomia del sapere, della ricerca LIBERA
da dogmi. Il rettore Guarini non aveva scelto affatto la via del dialogo
ma del monologo, l'invito era solo per il Papa, solo per la sua parola.
Il sapere esige dialogo tra diversi punti di vista. Perché, allora, il
solo punto di vista di Ratzinger, Papa di una Chiesa gerarchica che si
sta segnalando per un attacco sempre più sistematico al darwinismo e
per l'inaudita violenza contro le donne che abortiscono, la cui scelta
viene equiparata all'omicidio? Ignobile ed inammissibile da parte di
chi, volendo impedire l'uso del preservativo contro l'AIDS, é
corresponsabile della morte di milioni di persone in Africa (persone, e
non embrioni). Il Papa pretendeva non solo il monopolio dell'ospitalità
in Aula Magna per la sua "lectio magistralis", ma anche
l'unanime plauso dentro e fuori. Il Papa non accetta contestazioni o
contradditori: ecco perché ha rinunciato, passando per vittima di una
prevaricazione laicista inesistente.
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ONORE
AL NOSTRO COMPAESANO ANGELO INSALACO
(mi segnala Calogero Pace) |
RITORNO
AD AKRAGAS
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SONO LORI !
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1929
ARRIVA L'ELETTRICITA' A MONTEDORO
Documento
di Calogero Messana
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ALLA MINIERA GIBELLINI…
Genco Russo e le "giammelle" delle suore Orsoline
(dal libro "I signori dello zolfo" di Michele
Curcuruto)
Un caratteristico
aneddoto, riferentesi ad un episodio realmente accaduto alla miniera
Gibellini negli anni '50, mi è stato raccontato di recente dal perito
minerario Alessandro Tuzzolino.
Questa importante ed antica zolfara, sita nel
territorio tra Montedoro e Racalmuto, per tanti anni fu gestita da don
Calogero Vizzini e dal commentatore Pietro Vinciguerra. Ambedue tali
personaggi in quegli stessi anni gestivano la miniera Gessolungo.
Ebbene, a Gibellini veniva posto in vendita il
"ginese", ovverossia i rosticci di zolfo provenienti dalla
fusione della "ganga" nei calcheroni, utilizzato come ottimo
materiale arido di sottofondo per le costruzioni stradali.
Direttore della miniera in quegli anni era il perito
minerario Francesco Di Buono, cognato del comm. Vinciguerra, il quale
aveva avuto ordine da questi di far caricare il ginese nei camion
soltanto dietro pagamento alla consegna.
Un bel giorno si presentarono in miniera cinque
camion, provenienti da Mussomeli, per caricare il ginese. Il guardiano
fece immediatamente presente ai camionisti che bisognava pagare a vista
la merce, al che questi risposero che erano stati mandati da don
Giuseppe Genco Russo, "patriarca" di Mussomeli, e che pertanto
era meglio per tutti non fare difficoltà.
Il direttore, persona ligia al dovere, quando
il guardiano gli venne a riferire la cosa, si impuntò esclamando che a
Gibellini comandava solo e soltanto u' zì Ciccio, e cioè lui!
I camion se ne tornarono pertanto vuoti a Mussomeli, e subito venne
informato dell'affronto Genco Russo.
Questi, senza scomporsi affatto, telefonò subito al
comm. Vinciguerra, il quale da uomo vissuto, immediatamente ordinò al
cognato di far caricare gratuitamente agli uomini inviati dal
"boss" di Mussomeli, tutto il ginese di cui avevano bisogno.
E così l'indomani, dieci camion (e non più cinque,
come il giorno precedente!) si presentarono in miniera per caricare il
ginese, e zì Ciccio questa volta fu costretto ad accoglierli con tanti
ossequi.
Alla fine delle operazioni di carico, uno dei camionisti,
con tanto di "coppola storta", si presentò al direttore con
un pacchetto di biscotti ed esclamò: "Questo glielo manda don
Genco Russo, sono "giammelle" (ciambelle) delle monache del
convento delle Orsoline di Mussomeli….Si facissi la vucca duci!".
E fu così che ancora tanti
anni dopo, a Gibellini tutti ricordavano le "giammelle delle
Orsoline"!
|
(foto Gabriele Alfano)
Chi
si riconosce?
Mostra nella Pro-Loco di Milena.
Arturo Petix, Calogero Pace, Salvatore Bufalino, etc. |
Chi si ricorda?
Cu si nichìa, perdi la parti,
Mussu pizzutu e vastunati sparti! |
Bella
foto di Di Raimondo Rosario, inviatami da Charles
Pace, anno scolastico 1948-1949 - prima
elementare
prima fila da sinistra a destra :
Mantione Agostino figliu di lu zi Liscià
Di Raimondo Rosario pirtusiddru
Sciandra Angelo mastriciaddru
quarto sconosciuto ??????
Alaimo Agostino picurino
Salvo
Lillo (baddromu)
Alfano Salvatore
Totò Mariano
Piccilo Calogero caliddru
Randazzo Andrea sacchineddra
Sanfilippo Calogero cantaranu
Guasto Mario trucculuni
seconda fila da destra a sinistra :
Salvo Michele chippino
Morreale Giulio figgliu di lu zi vicianzu di
liddru
Verderame Domenico cuti o bilaseddra
Sciandra Giuseppe mezzamancia
Rizzo Calogero ???
Puma Angelo musca
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Calendario di Radio Popolare
Era il 1977 . Dopo 30 anni chi si ricorda
di quella esperienza che coinvolse decine di amici e
compagni di Montedoro ?
(Calogero Messana)
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E' bello sentire la brezza salmastra del
mare
col sole che volge a ponente.
E' piacevole udire la sferza del vento
che ulula e sibila al riparo sul
monte.
Ma è dolce ascoltare la flebile e
tenera voce
portata da onde partite da terre lontane.
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INCREDIBILE !
Scoperti a Milano,
presso l'Abbazia di Chiaravalle,
i meccanismi dell'orologio di Caliddu e Federicu Messana,
spariti misteriosamente negli anni sessanta
dalla Chiesa madre di Montedoro.
Ho dei ricordi bellissimi
quando accompagnavo mio nonno Federico a dare la carica all'orologio, (a
tirare sù le "mazzare", cioè i grossi pesi in pietra) ed
insieme a mio cugino Federico ne combinavamo delle belle. (Andavamo per
i tetti della Chiesa ad inseguire le colombe, etc..).Mio nonno
s'arrabbiava e per punizione non ci portava lassù per qualche tempo!
(leggi la mia poesia "Il terremoto" ). Alla
morte di mio nonno, subentrò per qualche tempo mio zio Ludovico finchè
l'amministrazione comunale non decise d'installare un maledetto orologio
elettrico che non funzianava mai. Il vecchio meccanismo (a detta
dell'arciprete) venne buttato via! Peccato, perchè sarebbe stato un
vero cimelio. (L'orologio di Montedoro non l'avevano costruito mio nonno
e suo fratello Caliddu, ma quello di Bompensiere sì (vedi Libro
mastro); quest'ultimo non sappiamo se esiste ancora, e stiamo indagando.
Per celia ho scritto che quello che ho visto nell'Abbazia di Chiaravalle
è quello di Montedoro!! Magari fosse quello!
presentazione
Power point
(4,5/mb) |
Auguri da Sara
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LU MISCHINU
Scinni ni lu pirtusu ladiu e
scuru
lu mischinu ca cerca pani duru.
Si cala sutta terra a la matina
ni nesci cu la luna quasi china.
'U bottu jietta all'ariu la pirrera
finiscinu pi sempri li pinsera.
E sempri accussì mori lu mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.
Cummatti ni la fabbrica fitusa,
di fumu e di rumura all'aria chiusa.
Lu fìarru pari suli tant'è giallu
intra ddru furnu ca scoppia di callu.
Si rumpi d'a callara la catina
lu squaglia ddru mischinu comu cira.
E sempri accussì mori lu mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.
|
Cu' fa lu muraturi all'aria aperta
lu curi si rallegra e nun suspetta.
Cu picu e pala scava 'nu fissuni
pi fari funnamenta a un palazzuni.
Ma pua ddru muru cedi comu d'incantu
di la muglieri sìanti urla e chiantu.
E sempri accussì mori lu mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.
Pi nun parlari pùa di lu viddranu
ca travaglia la terra tuttu l'annu.
'Na vota cu lu sceccu avìa ad arari
usava lu zappuni e attrezzi vari.
Ma ora lu progressu voli un tratturi
ca spessu cadi e duna gran duluri.
E sempri accussì mori lu
mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.
|
Ora ca lu Natali è già a li porti
e pùa pi Capu d'Annu sunnu li botti,
finarmenti s'arriposa ddru mischinu
offrìannu a li so' figli pani e vinu,
guadagnati cu tutti ddri sudura
e d'arripusari si sonna sempri l'ura.
Ca sia un Bon Natali a ddru mischinu
ca pi li figli cerca pani e vinu.
Federico
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Lotte
di lavoratori nel Nisseno in un libro fotografico di Filippo
Falcone
L'epopea
di zolfatari e contadini
a cura di Marinella
Fiume
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MONTEDORO "SOTTO" LA
NEVE
(foto Sicilianamente) |
"Edicole"
di Montedoro
Foto di
Calogero Messana |
Scoperta (in casa della farmacista Gigina Morreale) una
boccettina del famoso olio Migneco
Nella foto si legge chiaramente G.M. (Giuseppe Migneco)
vedi articoli
Il 30 ottobre 2007 è venuta alla luce
LUDOVICA Anna Maria
MESSANA
Alla
neonata ed ai genitori
Vica Galan
e Vito Messana
i più fervidi auguri
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8 dicembre 2007
Il battesimo di Ludovica
Filmato |
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Foto
Lillo Randazzo (Sciuruni) |
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Il
salone DUMINUCO
una pagina
di storia montedorese |
VOLETE FESTEGGIARE IL
DIVORZIO?
(Potete farlo in
questo ristorante) |
Apparecchiu
miricanu .....
nuova poesia di
NICOLO'
FALCI |
Mulino
ad acqua con movimento orizzontale
Un mulino simile si trova in contrada Catalano a Montedoro
fare
clik sull'immagine per vedere il servizio
(ricerca di Calogero
Messana) |
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Palummaru
- 1949
famiglie Pace-Saia-Tulumello |
Genealogia di alcune famiglie di MONTEDORO |
MESSANA
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Alfano-Montagna-Sciandra
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Montana
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Petix
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Spitalieri
|
Piccillo-Marranca |
Papà - Cuba 1971 |
Mio nonno Vito ed
una "strana" preghiera |
I COLORI DEL DUOMO DI MILANO
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Corpo
bandistico
Montedoro anno 1960
(foto T.Licata)
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Come trovare una cugina
americana |
LA SPERA
Poesia di Nicolò Falci |
Foto
dall'album di
Anna Maria Tulumello |
I due innamorati di Milano |
.... Quasi emergendo dal profondo
mare, bella si sveglia da un torpore
antico, e rossa all'alba colorata
appare;
come nave galleggia in acque
amiche, da bianchi fumi e nebbie ancor
velata, tra le spoglie colline,
gialle e antiche.
Montedoro 12
settembre 2007, ore 7,40 (foto Sicilianamente)
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Interessante ricerca di Calogero
Messana
Ho provato a giocare un po' sulla
pianta di Montedoro .Dalla masseria Balatazza ( in
arancione) ai successivi sviluppi dell'abitato fino a
prima dell'unita' d'Italia. Le varie fasi dello sviluppo
urbano dovrebbero essere verosimili . Ho seguito le notizie di
Petix e quanto é rilevabile anche da Google : Si nota (in giallo) che le costruzione
della fondazione erano ben allineate , gli spazi intermedi
sono stati chiusi in un secondo tempo (probabilmente erano
cortili interni ).La quantità di immobili edificati
al 1650 ,circa , ospitava 78 famiglie , che
e' compatibile con le zone di colore arancione e
giallo.
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SCOPERTO, A DISTANZA
DI 80 ANNI, IL VOLTO DI UNA CREATURA
AMATA, APPREZZATA E COCCOLATA
DA MIO NONNO FEDERICO
E' IL VERO VOLTO DI GIANNETTA
Foto Caico dall'archivio dell'Avv. Roberto Lanza
- Palermo
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Terza elementare giugno-1957
insegnante Calogero Salvo (Baddromu)
foto Lillo Ciuruni
In questi giorni è venuto a mancare tragicamente l'insegnante Calogero
Salvo
(detto Baddromu), che per parecchi anni insegnò nelle scuole
elementari di Montedoro.
Negli anni sessanta s'era trasferito a Mussomeli senza più fare ritorno
in paese.
In tanti lo ricordiamo con simpatia per le sue caratteristiche battute.
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UNA
MOSTRA SULLA STORIA MINERARIA SICILIANA AD AGORDO
PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE SOCIO-CULTURALE
HELIOPOLIS DI BELLUNO
|
Milano 7.7.07
Oggi ho avuto il piacere d'incontrare Pietro Lauricella, di passaggio
alla stazione centrale di Milano, diretto in Germania. Giusto il tempo
per scambiare due chiacchiere sulla Sicilia e sulla "nostra"
Montedoro, e farmi omaggio di alcuni libri su Palermo, che leggerò con
piacere. |
Il
giorno 9 giugno, presso la storica Abbazia di Chiaravalle Milanese,
alla presenza di parenti ed amici,
dall'Abate Bernard è stato celebrato il matrimonio tra
MARIA ELENA MESSANA e ROBERTO ROSSI
Ai novelli sposi affettuosi auguri |
Mostra di Agostino Tulumello
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Curiosità a Milano |
QUEMADERO
Il rogo della Santa Inquisizione
a piazza Marina - Palermo |
Calogero Pace
Onorificenza
di "Cavaliere" dell'Ordine della Stella della
Solidarietà Italiana dal
Presidente Napolitano |
Congratulazioni vivissime al nostro
Calogero che continua a essere nel mondo motivo d'onore e
d'orgoglio per la nostra comunità montedorese.
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FEDERICO MESSANA
Premiato dalla
ACCADEMIA NAZIONALE di LETTERE, ARTI e
SCIENZE
RUGGERO II di SICILIA - PALERMO
per la
poesia LA
MIA TERRA |
Festival europeo della poesia italiana
Accademia Nazionale di Lettere,
Arti e Scienze RUGGERO II di Sicilia
PALERMO
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Poesie
e racconti di di
VINCENZA ALESSI
e LINA RUFFINO
|
LE
POESIE DI STEFANIA SABRINA RIFICI
|
UNO SGUARDO DAL MONTE
|
Pare
sia stata scoperta, e forse catturata
una "BIDDINA" di enormi
proporzioni |
Agostino Tulumello
Il compositore Salvatore Sciarrino mentre
visiona i suoi lovori su pentagramma sul tema "Il tempo è musica |
Parla il cardinale C.M.Martini |
TESTAMENTO
DI LINA CAICO
|
Bella
iniziativa della famiglia Petix
case vacanze affrescate
|
Inaugurata
Piazza Montedoro a Meyzieu
|
Carezze di nonno
|
ROSSO PAPAVERO
|
Son tornati a cantare |
Sul gelso |
SIAMO TUTTI INVITATI
AL CONCERTO DI....LETIZIA
|
Come andò che Mussolini
non si fermò a
Serradifalco
|
La "tre
giorni" siciliana di
Maria
Salamone,
Nicolò
Falci
e Federico
Messana
tra poesia, racconti e
ricordi
di un passato lontano e recente
|
Scoperta
una galleria mineraria sul Monte Ottavio
|
300
soci del Circolo franco-italiano festeggiano Carnevale
|
Uno
storico aberrante
documento fascista
|
La curiosità
(Cosa vedete,
ingrandendo l'immagine?) |
Agostino Tulumello
Le temps d’une oeuvre |
Museo
delle zolfare
Attrezzi, minerali, plastici |
Osservatorio astronomico |
Hai mai consultato il
VOCABOLARIO?
Fallo adesso
! |
Piatti
siciliani |
Milano '64 Lillo Marranca |
Premio di poesia e racconti |
Il mastro d'ascia Farruggia |
Il calendario di QUASIMODO |
MONTEDORO
Dopo 56 anni di attività
chiude il salone PACE |
Maradona e Fidel
Castro |
Nel 2007 tredici lune piene,
ognuna col
suo nome
di F.F.Martin |
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