Mi chiamo Emilio Rovella, meglio conosciuto come
Mino. Sono nato a Caltanissetta il 18.10.1942 e attualmente vivo a Lucca
dove tutta la mia famiglia (papà, mamma e sette figli) si è trasferita
nel 1964. Mi sono laureato in Giurisprudenza all’Università di Pisa e
ho lavorato presso il Tribunale di Lucca fino al novembre del 2007, data
in cui sono andato in pensione. Ho
assolto al servizio militare di leva e mi sono congedato con il grado di
Sotto Tenente nel 1970. Attualmente sono in contatto con la maggior
parte dei miei compagni “ex militari” sparsi in tutta Italia.
Comunicando con la Posta Elettronica con uno di essi, Nicolò Falci, di
Montedoro, trapiantato a Senago (MI), sono invitato a dare una
sbirciatina al Sito “www.messana.it” . Accolgo ben volentieri l’invito,
dicendomi interessato anche perché lo stesso nome “Messana” mi dice
molto. Invitato a chiarire il mio inciso, spiego cosa significhi per me
quel nome e da qui ecco la storia vera, e precisamente uno dei tanti
ricordi racchiusi nel mio cuore e che
custodisco gelosamente come preziosissime "perle".
Orbene, questa storia potremmo benissimo intitolarla….
UNA STORIA VERA NEL TRAGICO
TEATRO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Durante l’ultima guerra mondiale, mio padre, Salvatore, classe
1908, fu fatto prigioniero dagli inglesi, insieme ad altri soldati ed
ufficiali italiani.
Era stato ferito ad una gamba e la ferita si era infettata, tanto che
correva il rischio di cancrena e quindi di amputazione.
Dott.
Salvatore Rovella
Dott. Francesco Messana
Insieme a lui, nello stesso campo di concentramento,
c’era un compagno, Francesco Messana, che nella vita civile
faceva il farmacista. Dando un’occhiata a quella gamba, questi vide
che era ridotta molto male. Non poteva restarsene indifferente,
lasciando che l’infezione andasse fatalmente avanti. Così, adoperando
una scatola di latta trasformata in pentolino, un fornello di fortuna
alimentato dal grasso della carne in scatola messo apposta da parte e
alcuni farmaci che era riuscito a portarsi dietro prima di essere preso
e fatto prigioniero, riuscì intanto a disinfettare più che poté la
ferita, quindi a medicarla con una pomata approntata lì per lì,
ripeto, con quel poco che aveva a disposizione, ma che, essendo lui un
bravissimo ed esperto farmacista, aveva buone probabilità di efficacia.
E così fu. L’infezione fu debellata e la ferità guarì del tutto.
Era stato scongiurato il timore di una cancrena, nonché il rischio di
una amputazione, che sicuramente avrebbe inciso sulla vita futura di mio
padre, già sposato e con due figli a carico: figli che poi, finita la
guerra e tornato a casa, sono diventati sette.
Anche il dott.Francesco Messana è ritornato a casa
ed ha potuto dedicarsi alla sua famiglia nonché alla farmacia, lì dove
noi ragazzi andavamo quando c’era bisogno di medicine.
Io entravo in quel locale dal caratteristico odore di
medicinali e lo vedevo, lui, il dott. Messana, a servire i clienti con
compostezza, con gentilezza, con signorilità….
E lo guardavo intensamente, in silenzio, mentre attendevo il mio turno
per essere servito, e soprattutto lo guardavo con grande rispetto e con
grandissima gratitudine: no, lui non sapeva tutto questo perché restava
dentro di me, nel silenzio del mio cuore; ma io sì, io sapevo, perché
papà ci aveva raccontato quella storia vera: io sapevo che lui aveva
salvato mio padre, lo aveva curato e lo aveva guarito…. e forse,
chissà?, in quella fortunosa e provvidenziale pomata quell’uomo
straordinario, davvero speciale… forse ci aveva messo un ingrediente
miracoloso: un impasto di amicizia, solidarietà, fraternità,
condivisione… che spesse volte riesce a compiere dei veri e propri
miracoli!
Oggi, dopo così tanti anni, mio padre non c’è
più, il dott.Messana non c’è più…. ma nel mio cuore, nel profondo
del mio cuore io dico ancora mille e mille volte
"Grazie, Francesco, per il
bene che hai voluto e per il bene che hai fatto. Grazie soprattutto
perché volendo bene a mio padre, l’hai guarito e perché volendo bene
a mio padre hai voluto bene anche a tutti noi fratelli, tutti noi che
oggi ti pensiamo e ti ricordiamo con immenso affetto e con immensa
gratitudine!"
Sono episodi come questi che mi inducono sempre più
a credere in una vita dopo la vita; una vita che si è soliti chiamare
Paradiso, perché le cose di questo mondo passano, tutto passa, ma i
buoni sentimenti, le prove di amicizia, la solidarietà, la
condivisione, le buone azioni, gli atti d’amore… non possono
disperdersi nel nulla senza lasciare la benché minima traccia! Nessuno
potrà mai convincermi del contrario.
Per questo mi piace pensare ai nostri cari che ci
hanno lasciato, e il dott. Messana è tra questi, certissimo che siano
in Paradiso; e pensando ai loro volti, alla loro vita quaggiù, ai loro
insegnamenti ed al loro esempio…. mi commuovo sempre, ogni volta. Ma
non si tratta di lacrime di tristezza o di sconforto, sono lacrime che
sgorgano dal profondo del cuore, lì dove ogni giorno rinasce sempre
più viva e più forte la certezza di un domani in cui saremo di nuovo e
per sempre insieme.
Ho contattato il dott. Salvatore Messana,
attualmente sindaco della città di Caltanissetta e titolare della
farmacia appartenuta al padre Francesco, ed abbiamo insieme condiviso
con emozione questa bella storia.
Emilio Rovella