I
FRATELLI CALIDDU E FEDERICO MESSANA |
Visione Libromastro
Intero
Ridotto
Genealogia dei Messana
Che Caliddu e Federico
Messana, mio nonno e suo fratello, vissuti a cavallo del
novecento, fossero dei fini e meticolosi "mastri" č risaputo.
Ne parlano le cronache locali e quanti li hanno conosciuti di persona.
Fini e laboriosi "mastri" pieni d'inventiva, capaci di mettere
mano a qualsiasi lavoro venisse loro prospettato: curavano la
manutenzione dell'acquedotto, gestivano l'orologio della Chiesa di
Montedoro provvedendo alla costruzione delle parti rotte od usurate,
costruirono l'orologio della Chiesa di Bompensiere, riparavano armi come
pistole e fucili, riparavano e costruivano attrezzi di uso domestico, di
campagna, di lavoro. Quando gli attrezzi della loro piccola fucina non
soddisfacevano o si rompevano, allora provvedevano loro stessi a
costruirseli secondo le necessitŕ del caso. Costruivano cancelli ed
inferriate in ferro battuto, i "gattoni" per sostenere i
balconi, riparavano biciclette, attrezzi per le tante miniere di zolfo,
fondevano l'oro per costruire piccoli oggetti ed erano fini cesellatori:
cesellarono alla perfezione in acciaio, per sfizio (poiché mai,
timorosi e dabbene com'erano, avrebbero potuto approfittarne), l'effige
negativa di alcune monete correnti. Effige che, applicata al giusto
metallo, avrebbe potuto riprodurre le monete in corso legale! Per
ultimo, preparavano le casse di zinco per i morti di un certo rango, per
l'epoca, come per don Cesare Caico, morto il 15 febbrario del 1898, alle
ore 2 e un quarto della notte.
Il tutto č attestato da un "libro di lavoro", dove
registravano meticolosamente ogni operazione della giornata: la data, il
committente, il lavoro eseguito, il capitale impiegato ed il relativo
guadagno. Una "X" a lato indicava, come spiegano in una nota,
che il lavoro era stato pagato! E si riscontrano cose strane e
divertenti. I pesi erano espressi in "rotoli", misura in
vigore nel Regno delle due Sicilie: un rotolo equivaleva a circa 890
grammi, e cento rotoli formavano un "cantaro", un quintale
odierno. In una nota si legge:
"12/8/1899 Caico Dr. Eugenio - n. 1 tubbo di
bicichletta riparato di la moglie".
Che scoperta! Ho seguito tutte le vicende di Eugenio Caico e della
moglie Lulů nel lungo peregrinare per l'Italia, e scopro che le famose
biciclette che ordinava in Inghilterra da Bordighera se l'era portate a
Montedoro dopo il suo triste esilio! (vedi Mia
cara Lulů).
Da quel "libro di lavoro" emerge uno spaccato di vita che si
conduceva in quegli anni a Montedoro, dal momento che la costruzione di
oggetti o la loro riparazione, intestate con nome, cognome e soprannome
alle persone, indicano il tenore di vita e le usanze del paese, chi
deteneva un fucile od una pistola.
"10/5/1899: "Cordaro Angelo - n. 1 canuzi per trareanghe".
Al barbiere Cordaro s'era evidentemente rotto l'attrezzo per tirare i
denti!
"14/10/1891: "Sig. Fiocchi Michele - n. 1 stirratore
ovale". Attrezzo da miniera.
"30/1/1891: "Dott. Guarino Angelo - n. 1 paio di chiodi
di naca". Al dott. Guarino s'erano rotti i chiodi che
tenevano sospesa l'amaca per il proprio bimbo.
"22 luglio 1893: terminata la costruzione dell'orologio di
Bompensiere".
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(Fare clik col mouse per ingrandire l'immagine)
Costruzione del cancello della tomba dei Caico
Preparata la cassa di zinco per Don Cesare Caico
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