Planimetria
area Gibellini La coltivazione degli
strati Cartina
I.G.M. del 1896
STORIA DELLA MINIERA ALFANO DI GIBELLINI
In altra parte di queste ricerche sulle miniere di Montedoro
si parla della miniera di Gibellini con un documento del 1977 che
metteva la parola fine alla sua storia secolare. Petix, nel secondo
volume delle sue memorie, parla ampiamente del gruppo di miniere in
quella parte del territorio al confine con Racalmuto ma i cui
proprietari erano Montedoresi: cosi pure il nonno di mio nonno Vito
Alfano possedeva due tenute di terra. La piccola parte, cosiddetta
lenza dell’Orto, che si trova ad ovest della stradella di accesso all’area
mineraria, in posizione sottomessa, e spesso allagata, e la chiusa
grande.
Raccontava mia mamma che suo nonno Agostino, il
poeta, quando tornava dal lavoro dei campi e spolverava gli indumenti
vicino al braciere, notava le polveri che bruciavano;era il segno
evidente della presenza dello zolfo anche nella superficie coltivata.
Il documento più antico trovato negli archivi del
Co.Re.Mi. è del 1893.
"Non esiste in questo ufficio alcun documento
che prova che per la solfara Gibellini-Alfano sia stata pagata la tassa
di "aperiatur".
Questo ufficio però la ritenne sempre come
legalmente aperta poiché vi si lavorava da oltre 25 anni, figurando
come solfara attiva nella statistica del 1868."
I prima scavi ed estrazioni avvenivano come nelle
altre minierie vicino Montedoro: picconieri e carusi che per le
scenditorie riportavano a spalla il minerale.
Nella relazione di ispezione ordinaria del 26/1/1890
si nota che la miniera si sviluppa su 3 livelli sotterranei a differenza
delle gallerie continue che si trovavano nelle miniere vicino al
paese.Il bacino minerario era molto vasto in profondità.
Nella relazione del 20/5/1896 si fa notare la
presenza di ben 4 scenditorie, di cui 3 usate per ventilare il
sotterraneo.La forza lavoro era costituita da 157 persone di cui 13
"carusi".
La vera "rivoluzione" avviene con la
gestione dell’Ing. Stefano Filiberto attorno al 1901.
Avendo esigenza di continuare a scendere sempre più
in basso diveniva impraticabile la "scenditoria" a piedi,
allora si passò ad un accordo con la confinante proprietà Licata per
la costruzione di un piano inclinato. Questo partiva dal versante
opposto al "vallone solfifero" ( in proprietà Licata) e
raggiungeva la quota -135 metri nel sottosuolo nella proprietà Alfano e
si andava a raccordare con i sotterranei già esistenti.
Inizia lo sfruttamento "industriale" del
giacimento.Il piano inclinato dotato di rotaie e carrelli consentiva la
meccanizzazione della estrazione. Nella "sala macchine"
all’esterno vi erano 3 caldaie a vapore di tipo Cornovaglia
utilizzate per : la "estrazione" del minerale, la "eduzione"
dell’acqua e la "fusione" degli zolfi.
Caldaia a vapore
Cornovaglia
Schema di funzionamento
Alla scadenza dei contratti di gabella si alternano
altri gestori :
Nel 1910 trovo la Società’ Industriale per l’Esercizio
delle Miniere di Zolfo in Sicilia , con sede a Firenze e titolare il
principe Leone Strozzi .
Nel 1916 il barone Gaspare Giudice.
Nel 1920 Calogero Vizzini (don Calò, noto
successivamente per altri motivi ). In questo periodo viene realizzato
il pozzo verticale che funzionò fino alla chiusura della miniera.
Nel 1929 il Sig. Franco Luigi.
A seguito della entrata in vigore del R.D. N.1443 del
29/7/1927 il condominio Alfano (rappresentato da Mons. Vito Alfano,
parroco di Montedoro), fa domanda, il 6/8/1928, per ottenere la
Concessione perpetua per le 2 miniere Alfano : Lenza dell’Orto e
Gibellini-Alfano.
La domanda viene accolta ed il relativo decreto viene
emanato, dal Ministro Segretario di Stato per le Corporazioni, il 5
Maggio 1936. (vedi Doc e planimetrie ).
Accluse alle domande per detta concessione viene
inviato l’elenco dei componenti del Condominio.
Per la Lenza dell’Orto vi sono indicati 63
discendenti della famiglia : nostro nonno, Vito Alfano, ha
una quota di partecipazione del 2,43 % . Oggi la nostra quota
sarebbe 0.069% per ciascuno dei discendenti del ramo
Messana-Alfano.
Per la Gibellini Alfano il numero dei
condomini e’ di 131 !! La quota del nonno e’ dell’ 1,15%
e la nostra sarebbe dello 0.032% : si può dedurre che i Condomini
oggi sarebbero migliaia .
Le due miniere facevano parte del Gruppo Miniere
Gibellini assieme alle miniere limitrofe Bordonaro-Grillo, Bordonaro-S.Elia,
LicataVecchia e Licata Nuova, in virtù dell’atto
stipulato, il 22/5/45, presso il Notaio Amico Gabriele di Mussomeli.
Per oltre un decennio l’intero gruppo venne esercitato
dal Rag. Pietro Vinciguerra, dal 1944 in qualità di Commissario
Straordinario e successivamente in virtù dell’atto sopra citato.
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Legge 1 Ottobre 1956 n. 54 ricorso alla Corte
Costituzionale
omissis
16. - La difesa dello Stato e del Commissario dello Stato per la Sicilia
propone i seguenti motivi di impugnazione:
1) L'art. 80 della legge regionale, trasformando in
concessione trentennale la concessione mineraria perpetua di cui allo
art. 54 del R.D. 29 luglio 1927, n. 1443, e subordinando la nuova
concessione alla istanza degli aventi diritto, da proporre entro sei
mesi dall'entrata in vigore della stessa legge regionale, avrebbe
violato l'art. 42 della Costituzione. Il decreto del 1927, ora
ricordato, avrebbe conferito alle concessioni perpetue, che esso regola,
il carattere di un diritto reale immobiliare tutelabile erga omnes
che può essere affievolito soltanto in ipotesi tassativamente
determinate dalla legge. L'art. 80, invece, avrebbe attuato una
espropriazione ex lege, senza indennità, dei diritti dei
concessionari perpetui, non avrebbe rispettato un diritto quesito e
avrebbe stabilito una situazione di disuguaglianza tra i concessionari
perpetui di miniere della Regione siciliana e quelli del restante
territorio statale. La violazione dell'art. 42 della Costituzione
risulterebbe da ciò: che codesto articolo garantisce non soltanto il
diritto di proprietà ma tutti i diritti reali, alla stessa guisa che la
legge sulla espropriazione per pubblica utilità si riferisce sia al
diritto di proprietà sia ai diritti reali.
Omissis
Ricorso respinto
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Con l’entrata in vigore della Legge R.S. del
1/10/1956 N.54 si ripropone il problema di richiedere una nuova
concessione.
Mons. Vito Alfano avanza la domanda tardiva
di Concessione il 25 Settembre 1957 e il Rag. Pietro Vinciguerra
il 29 Maggio 1957.
Per una serie di motivazioni, più che altro di
natura tecnica, la Concessione viene assegnata al Vinciguerra.
(vedi doc. allegato) che la manterrà fino all’avvento dell’Ente
Minerario Siciliano.
Il Condominio Alfano promosse alcune azioni
Legali atte a reintegrare i propri diritti, ma tutto fu vano.
Alcuni anni dopo la revoca della Concessione e l’esaurimento
dei fondi finanziari del Condominio, si tenne una Assemblea della
Famiglia per decidere eventuali altre azioni da porre in atto.
Ero presente con mia mamma a questa Assemblea a casa
dell’Arciprete. Ricordo una notevole quantità di persone tali da
riempire tutta l’abitazione. Avevo circa 8 anni e non capivo niente di
quanto succedeva.
Dopo seppi che era l’ultimo atto della storia della
Miniera del trisavolo.
Rapporti sulla miniera
Trascrittura
Il "giallo" di un infortunio mortale nel
piano
inclinato
Telegramma