(dal sito: http://www.grifasi-sicilia.com/arabienormanni.html
)
Gli Arabi i Normanni e gli Svevi in Sicilia |
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La dominazione Araba in Sicilia |
Nelle
loro scorrerie nel Mediterraneo, dopo aver conquistato le isole
di Malta e di Pantelleria, i Saraceni (così
vennero chiamati gli arabi in Occidente), mossero alla conquista della Sicilia
che riuscirono a strappare ai Bizantini con una serie di
incursioni e campagne militari. La conquista della Sicilia da parte
degli Arabi fu una cosa agevole, anche se essi impiegarono quasi 50 anni
per la completa conquista, in quanto si trattò di cacciare dall'isola i
Greci-Binzantini, divenuti, nel frattempo, deboli e quasi
barbari. A detta degli storici, la Sicilia non sarebbe mai caduta
in mano araba se il governo bizantino si fosse mostrato più risoluto.
L'esercito saraceno, composto anche da truppe Berbere e Andalusi,
sbarcò sulla costa meridionale dell'isola, a Mazara del Vallo,
il 14 giugno 827, il primo scontro con i Bizantini avvenne
il 15 luglio, questo fa capire lo stato di difesa dell'isola. Le prime
località conquistate furono; Biscari, Palazzolo, Chiaromonte;
nell' 859 fu la volta di Cefalù, nell' 864 viene conquistata la
città di Noto, e nell'878 cadeva Siracusa dopo un assedio
durato decine di anni. La conquista dell'isola era compiuta. Gli
Arabi non conquistarono che città decadute dall'antica grandezza;
anche il Cristianesimo non venne in lotta con i conquistatori, ma si
confuse piuttosto con essi. La Sicilia fu prima sede di Emirato
dipendente dalla dinastia tunisina degli Aghlabiti che la
governarono con i loro emissari, poi fu provincia indipendente con una
propria dinastia quella dei Fatimi. Durante
i 200 anni della loro dominazione, gli Arabi del resto non erano nè
rozzi nè barbari, essi portarono la cultura, la poesia,le arti, le
scienze orientali che misero radici nell'antico suolo della Sicilia,
e abbellirono il loro regno con monumenti stupendi che
segnarono un'epoca nella civiltà Europea. Palermo più di ogni
altra città si distingueva per lusso e per ricchezza e si presentava
con tutte le caratteristiche di una città orientale. Sarebbe bello
poter leggere"La storia araba di
Sicilia" di Ibn Kalta, così
pure gli scritti di Ibn Hamdis di Noto
(Siracusa), entrambi scrittori arabo-siculi, di cui molti testi sono
andati perduti. I ricordi più importanti che testimoniano la presenza
araba in Sicilia sono quelli della loro architettura. Non si conosce
nessuna Moschea, e lo stesso Alkazar (l'attuale Palazzo
dei Normanni di Palermo), non lascia più riconoscere con certezza
la parte costruita dagli Arabi, e ben poco di altri monumenti di
quell'età è giunto fino a noi; ma quanto rimane - parti di una moschea
incorporata nella chiesa di S.
Giovanni degli Eremiti; parti di castelli incorporati, come in
quello della Zisa,
o di Favara, e negli ampliamenti successivi in epoca normanna -
è sufficiente per documentare la continuità della tradizione araba in Sicilia. |
Una poesia di Ibn
Hamdis in cui ricorda la città natale
"Custodisca Iddio
una casa di Noto, e fluiscano su di lei le rigonfie nuvole!
Con nostalgia filiale anèlo
alla patria, verso cui mi attirano le dimore delle belle sue donne.
E chi ha lasciato l'anima
a vestigio di una dimora, a quella brama col corpo fare ritorno....
Viva quella terra
popolata e colta, vivano anche in lei le tracce e le rovine!
Io anèlo alla mia terra,
nella cui polvere si son consumate le membra e le ossa dei miei avi."
La dominazione Normanna in Sicilia |
All'inizio
del XI secolo fecero la loro comparsa i primi mercenari Normanni
(figli di famiglie senza feudo), che vennero a offrire i loro servigi ai
vari signori dell'Italia meridionale che si combattevano tra loro; i
discendenti di questi condottieri, dovevano fondare in poco più di un
secolo uno dei più potenti regni del Mediterraneo. La prima
investitura per i suoi servigi la ottenne Rainolfo Drengot, che
si vide conferire dal Duca di Napoli, la Contea di Anversa
(1030). Questo fu il primo nucleo Normanno ad avere un possedimento:nel
frattempo,Giorgio Maniace era
stato mandato nel 1038, a scacciare gli Arabi dalla Sicilia dall'
Imperatore Bizantino Michele Paflagonio, il Generale Maniace
chiese aiuto a Guglielmo d'Altavilla detto Braccio di
ferro, il quale con circa 300 uomini tra i quali Drogone e Umfrido
arrivarono in Sicilia e misero in fuga gli Arabi dalle città di Messina
e Siracusa, senocchè nel 1040 Maniace dovette ritornare
precipitosamente a Costantinopoli, perché accusato ingiustamente
di tradimento dall'Imperatore Costantino IX il quale geloso dei
suoi successi lo vedeva come un possibile pericolo per il suo Trono, Maniace
Lasciò a Messina la Moglie e il figlio Crisafo, (da
questi nasce la dinastia dei Crisafi, Grisafi, Grifasi) il quale
abbandonato anch'egli dai Normanni che per strategia militare
avevano lasciato l'isola, nulla potè fare perchè le terre occupate in
precedenza da suo padre tornassero in mano Araba. La riconquista della Sicilia
da parte dei Normanni avvenne con i fratelli di Guglielmo d'Altavilla,
Ruggero I e Roberto il Guiscardo (l'Astuto), essi
completarono la conquista della Calabria (1057/1060) e sempre nel
1060 si rimpossessarono di Messina, aiutatidall'Emiro di Siracusa
Bencumen, il quale era in guerra contro suo fratello Belcamend,
Emiro di Agrigento. Così inizia la conquista della Sicilia.
In verità l'impresa non fu facile, i due fratelli impiegarono 30 anni
per conquistarla, anche perchè dovettero tornare un paio di volte in Calabria
per consolidare il loro dominio su quelle terre. Nel 1071 Riccardo
con l'esercito e Roberto con la flotta assediarono la capitale
dell'isola Palermo, a quel tempo la città più popolosa e più
fiorente d'Italia, straordinariamente ricca e sede della
splendida vita orientale. Gli Arabi opposero una difesa
coraggiosa contrastando a lungo gli assalitori, si narra che le porte
della città non furono mai chiuse per dimostrare la loro fiducia
nell'esito della difesa, ma con uno stratagemma gli assalitori
entrarono in Palermo da due lati opposti e i Saraceni
assediati nell'interno della città capitolarono. cedendo Palermo
al vincitore, a condizione che fosse loro garantita la vita e il libero
esercizio del loro culto.
I Normanni
risparmiarono Palermo araba. Presero possesso della splendida
città senza versare sangue, e senza commettervi devastazioni, i Saraceni
furono lasciati liberi di vivere a modo loro secondo la loro religione.
I Normanni furono tolleranti verso i Saraceni, accettarono
le arti e le scienze, nei loro palazzi usarono lo stile arabo, la lingua
araba continuò ad essere insegnata. Con la presa di Palermo
successivamente venivano conquistate Trapani, Catania e Siracusa
nel 1088, Enna (chiamata Cars Iannar dagli arabi, e divenuta con
i Normanni Castrogiovanni), Agrigento nel 1091. Così l'isola
conquistata veniva divisa in questo modo: Roberto prese il titolo
di Duca di Sicilia e tenne per sè Palermo e metà dell'isola, Ruggero
diventò Conte e prese l'altra metà della Sicilia, il loro
nipote Tancredi fu fatto Conte di Siracusa. Alla
morte di Ruggero, Roberto il Guiscardo assicura la
discendenza al nipote,
Ruggero II figlio
secondo genito di Ruggero, il quale, benchè avesse ereditato
anche il Ducato della Puglia e il Principato di Capua,
scelse la Sicilia come residenza reale e si fa incorornare Re (Rex
Siciliae) nel Duomo di Palermo nel Natale del 1130. Con Ruggero
II il regno di Sicilia divenne uno Stato moderno. Egli
riordinò la monarchia che volle splendida, potente e sicura, seppe
tenere a freno tutti i nemici, sia interni che esterni, conquistò
l'isola di Malta, Corinto e Atene, seppe tenere a
distanza l'imperatore greco, il quale non si era ancora rassegnato ad
aver perso la Sicilia. Ruggero II si distinse sempre per
ingegno, valore e prudenza, egli aveva modi eleganti e disinvolti. Morì
all'età di 59 anni nel 1154.
Il suo successore Guglielmo
I detto il Malo, per la sua inezia, egli era l'unico figlio rimasto
dopo la morte prima del padre dei suoi 4 fratelli, Anfuso, Ruggero,
Enrico e Tancredi. Sotto il suo regno la Sicilia subì
un periodo pieno di disordini, rivoluzioni e confusione di ogni genere,
egli morì all'età di 45 anni nel 1166.
Suo figlio Guglielmo II
detto il Buono salì al trono all'età di 11 anni. A lui si devono
parecchi monumenti dell'architettura religiosa di quel periodo, come il Duomo
di Monreale e la Cattedrale
di Palermo. Morì all'età di 36 anni, e con lui si estingue la
linea diretta della dinastia normanna per mancanza di eredi maschi in Sicilia. |
Giorgio
Maniace (998?-1043
in Macedonia)
Generale Bizantino. Dopo
aver ripreso agli Arabi Edessa (1031) e la Sicilia (1035-38), si
vide ingiustamente accusato di tradimento nel pieno dei suoi
successi, per cui si
ribellò, passò in Grecia e mise in rotta l'esercito mandatogli contro
dall'Imperatore Costantino IX Monomaco, ma morì
proprio quando gli
arrideva la vittoria.
Federico
II di Svevia era nato a Jesi (Ancona) nel 1194, nipote
di Federico I detto il Barbarossa; sua madre Costanza
discendeva dalla casa Normanna.
Allevato dalla madre nel
clima ideale della Sicilia, e lontano dai parenti germanici, pur
avendo anche il titolo di Re di Germania, preferì rimanere in Sicilia
e scelse come residenza di corte Palermo. Il suo regno fu
illuminato dalle arti, dalle scienze e dalla letteratura, la Sicilia
gli deve il grande titolo di riconoscenza di essere stata in quel
periodo la culla della letteratura italiana e di aver fatto di Palermo
la capitale dell'Impero. Suo padre Arrigo VI nel suo testamento
redatto prima di morire nel 1197 riconosceva il Papa come primo Signore
del regno e gli affidava la tutela del figlio. Federico raggiunta
la maggiore età, aveva dovuto riconoscere il Papa come signore del
regno e promettere che una volta assunto il titolo di Imperatore,
avrebbe lasciato il suo regno al figlio ereditario, e che sarebbe
partito per le Crociate. Ottenuta la corona Imperiale, Federico,
chiese al Papa una proroga per la Crociata in terra Santa, e il consenso
di intitolarsi re di Sicilia e di Germania, durante questo
periodo nè approfittò per riordinare il regno e organizzare
l'economia. Fondò anche la prima Università di Stato a Napoli
(1228) con il compito di formare la sua burocrazia. Gareggiò pure con
le Repubbliche marinare (Genova, Pisa, Venezia, Amalfi), nel 1240
inviò a Tunisi in missione con il titolo di console del regno di
Sicilia, il trapanese Abate Enrico, egli era incaricato di
rafforzare le relazioni amichevoli con quel paese in aperta concorrenza
con le altre potenze marinare, cosa che avvenne ed per un certo periodo
in traffico commerciale con il nord Africa si svolse solamente
attraverso la flotta siciliana. Con l'avvento di Papa Gregorio IX,
Federico fu costretto a mantenere gli accordi precedenti e
dovette partire per la Crociata contro i Mussulmani, ma una volta giunto
in Palestina, invece di combattere gli infedeli, si accordò con
il Sultano Al-Kamil e ottenne libero accesso per i cristiani a Gerusalemme
e si fece anche incoronare re, avendo sposato in seconde nozze Jolanda
di Brenne erede di questo titolo. Il Papa sdegnato da questo
comportamento, scomunicò Federico, e il contrasto diventò
insanabile, e dopo vari tentativi di riappacificazione e di lotte, nel
1245 Federico fu solennemente scomunicato e deposto da Imperatore
e da Re nel Concilio di Lione: da allora la sua fortuna cominciò
a vacillare. Nel 1248 durante l'assedio della città di Parma,
subì una sconfitta decisiva, e nell'anno seguente suo figlio Enzo
fu fatto prigioniero nella battaglia di Fossalta dai bolognesi e
tenuto prigioniero per 20 anni in una torre di Bologna, che dall'
illustre prigioniero derivò il nome che porta tuttora. Federico
morì improvvisamente a Lucera (Foggia) nel dicembre del 1250,
nel l'ultimo periodo il suo regno fu contrassegnato da congiure e
tradimenti. |
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