DIRITTO DI MEMORIA

                                             
                                                           Fare "click" sull'immagine per visionare il documento

     Agostino Alfano (Carmelu Burrusu) e Calogero Pace hanno realizzato questo bel documento, Diritto di memoria, per ricordare quanto, i nostri emigrati in Francia, siano stati capaci di realizzare nel corso di  50 anni di lontananza dal nostro piccolo ma tanto amato paesello. Partiti con la classica valigia di cartone, spesso vuota di ogni avere, ma stracarica di aspettative e desideri di rifarsi una vita lontano dalla patria che aveva dispensato solo miseria ed amarezze, sono riusciti nel loro intento col duro lavoro nelle miniere, nelle filiere e dove c'era bisogno delle loro braccia, ben temprate dal sole e dalle dure fatiche dei campi di Crucifia, di Mustiuvu, di Bonacconti, etc. Le belle foto, che spesso mostrano più generazioni, esprimono grande commozione, e nei loro volti si può leggere la fierezza della nostra gente; mentre i loro occhi, che puntano a sud, verso le tre punte sicane, esplodono di nostalgia di tornare a rivedere la terra, le case, gli affetti più cari abbandonati in fretta e furia in quei momenti tristi. Commozione e nostalgia che può capire soltanto chi per i più disparati motivi é stato costretto a lasciare la propria casa ed a trasferirsi in terre più o meno lontane, sia oltre confine che nella stessa Italia.      
                                                                                      
                                                                           I clandestini del 1949
                                                          
                                                                              Foto inviata da Agostino Alfano
                                     Alfano Gaetano, Mulé Saverio, Sferrazza Angelo (Angilinu Birsaglieri), Alfano Agostino
                                    (mio zio detto Ustinu Piru), Ricotta Maria, Giudice Gaetana, Borruso Salvatore,Alfano
                                    Carmelo (mio padre), Rizzo Carmelo (Barbariaddu).