Amarezze alla vigilia della partenza
"Palermo 17 dicembre 1895
Mia carissima Loulou, dopo la mia di ieri, il mio male alla vescica si accentuò maggiormente, e questa notte ho passato una notte di spasimi come mi successe costì nel maggio scorso! Adesso il male è più sopportabile ma c'è sempre e ti lascio immaginare in quale stato di agitazione io sia con questo contrattempo, venuto proprio alla vigilia della mia partenza! Se miglioro non potendo partire domani, m'imbarcherò giovedì o anche venerdì; ma se il male continua dovrò forzatamente rimanere a consumarmi di rabbia e d'impazienza!
Peccato che non portai con me il "lycopodium 30" che mi fu così giovevole l'altra volta. Qui potrò forse trovarne, ma non in triturazione, così comodo né sarò certo di averlo così esattamente preparato. Attualmente piglio lo "scrofoloso" intus et extra; vedremo! Oh! Come sono amareggiato di questo male che mi è venuto proprio adesso! Ma appena che il male, senza essersi dileguato, sia in qualche modo sopportabile e posso sperare che mi darà un po' di libertà, m'imbarcherò subito. Purché mi allontani di qui e m'instradi verso di voi, avvenga che può poi!
Mi ha fatto un po' dispiacere il vedermi indirizzate da te qualche predicotto ora che sto per tornare, non tanto per le osservazioni giuste o meno che tu possa avermi fatto, quanto per l'analogia ed il ricordo di un doloroso periodo che mi suscitano quelle tue parole! Ma io non penso a null'altro che a venire ad abbracciarti lo stesso e mostrarti quanto ti voglio bene con l'accettare tutto da te e fare ogni sforzo per soddisfarti in tutto il più che posso. Dopo ciò non ti piglierai a male la mia osservazione e vorrai essermi indulgente ove non giungo a soddisfarti per insufficienza e non per intenzione.
Chissà com'è divenuta grande la mia Lina, e se troverò qualche mutazione nella robusta e bella Giulia e nel povero Federico, col quale vedrò come passare il tempo, e che pazienza saprò avere e chissà come andrò in visibilio nel ritrovare ancora più simpatica quella bella pallottola che si chiama Letizia! Certo, quando giungerò dovrò fare uno sforzo per dominare la commozione nel ritrovarvi tutti! Che Iddio me lo conceda, non chiedo altro. Addio dunque con questo ardentissimo desiderio e speranza. Tuo sempre Eugenio".
|