A proposito di …….."2 NOVEMBRE": LA FESTA
DEI MORTI
ZUCCHE....NO!
ZUCCHE....RO, SI!!!
"È giusto conoscere e capire gli altri, ma
questo non vuol dire emularli a tal punto da dimenticare da dove veniamo
e quali tesori possediamo, per correre dietro ad una zucca bucata! Chissà
se ci riusciremo."
La nostra società, dopo aver strumentalizzato le
principali festività dell’anno, non ha risparmiato neanche quella
dedicata ai defunti. Negli ultimi anni si sono intensificate sempre più
le strategie di mercato rivolte a speculare sulla sacra ricorrenza dei
morti.
Con l’inizio dell’autunno impazzano ormai ovunque le teste di zucca
e prolificano le organizzazioni di cene e veglioni in onore di Halloween.
Ci troviamo di fronte ad una vera e propria triste e desolante
commerciale e culturale.
È assolutamente necessario e urgente promuovere iniziative capaci di
salvaguardare la nostra identità.
Ridare visibilità ad una tradizione molto antica e popolare come la
"festa dei morti", attraverso la valorizzazione e la mostra
degli elementi rituali più rappresentativi, è stato il motivo
principale per cui la scuola da me diretta (l’Istituto Statale d’Arte
"F. Juvara" di San Cataldo) ha condiviso il progetto
"S-Culture di zucchero, Arte da gustare" con Enti Locali
(provincia e comune di Caltanissetta), Assessorato Regionale ai BB.CC.AA.
e P.I., Associazioni Culturali, Associazioni di categoria (Pasticcieri
Siciliani). A tale simposio parteciperanno: un gruppo di scultori
professionisti provenienti da diverse parti d’Italia e dalla Spagna,
docenti e allievi dell’Istituto Statale d’Arte "F. Juvara"
(nella qualità di assistenti tecnici), i maestri pasticcieri fratelli
Rosciglione di Palermo. Coordinatore artistico della manifestazione
sarà il "maestro" Cumbo Leonardo, docente di discipline
plastiche dell’Istituto, già autore di diverse sculture poste a
Montedoro.
Ecco il calendario:
30 Ottobre: ore 17.00 - 1° Trofeo "Premio
pupo di zucchero (sala consiliare del comune di
Caltanissetta)
30 Ottobre: ore19.00 –Inaugurazione della
mostra di fotografie "Pupaccena" del maestro Melo Mannella (
…a Palermo, luogo dove sembra sia nata la tradizione di regalare le
statuette di zucchero per la "festa dei morti", i pupi di
zucchero si chiamano Pupaccena. Il suffisso "cena" sta ad
indicare emblematicamente il carattere rituale delle statuette di
zucchero. Non pupi qualsiasi, quindi, ma "pupi di e per la cena
sacra, da mangiare con uno specifico stato d’animo che apre le porte
del rito e della spiritualità. prof. Salvatore Farina- docente del
Liceo Classico di CL)
Dal 31 Ottobre al 02 Novembre: II Simposio
Internazionale di Sculture in zucchero in p.zza Garibaldi di
Caltanissetta (saranno esposti lavori di artisti nisseni, nazionali ed
internazionali)
02 Novembre (pomeriggio): degustazione delle
sculture di zucchero in p.zza Garibaldi. I maestri Rosciglione daranno
dimostrazione artistica di tecniche di lavorazione dei pupi di zucchero.
Dal 02 al 06 Novembre: Mostra Internazionale dei
"Pupi d’Autore" con le sculture di zucchero degli artisti
Helein Blumenfeld, Pietro Cascella, Girolamo Ciulla, N. Finotti e
Cordelia Wondensteinen e degli artisti del II Simposio di Sculture di
Zucchero (e/o la galleria comunale del Carmine di Caltanissetta).
Caro Federico, spero che tu condividerai questa mia
iniziativa, che risponde in parte a quello che tu auspichi. Ho messo da
parte per te due magliette che sponsorizzano la manifestazione (i
disegni e il logo sono stati realizzati dagli studenti del mio
Istituto). Chiudo con uno slogan suggerito da Nico, il poeta,
ZUCCHE….NO!
ZUCCHE......RO, SI!!!
Gaetano Falci |
In Sicilia il 2 novembre non è la Commemorazione dei defunti, bensì
“La Festa dei Morti”: 'pupi di zuccaru', 'frutta martorana' e 'ossa
i morti'.Ecco cosa vuole la nostra tradizione....
Alla fine del mese di ottobre i Siciliani si preparano a festeggiare la
Festa dei Morti. E’ una ricorrenza particolare per la gioia dei
bambini ai quali i genitori fanno credere che, se sono strati bravi e
hanno recitato le preghiere riceveranno dei doni.
Nel resto del mondo a portare i regali ai bambini sono Babbo Natale, la
Befana o al massimo Santa Claus, in Sicilia invece i regali non possono
che portarli i loro morti.
Come vuole la tradizione siciliana, la sera prima i bimbi vanno a letto
con la speranza d’essere ricordati da nonni e familiari trapassati.
Sul tardi i genitori preparano le “ceste” con i dolci tipici della
festa (al posto dei dolci talvolta i bambini ricevono anche in regalo
scarpe, maglioni, giocattoli) e li nascondono nei punti più reconditi
dell’abitazione.
La mattina del 2 novembre, i bambini s’alzano già pronti per iniziare
la caccia al tesoro in giro per la casa, dopo avere recitato la
supplica:
Armi santi, armi santi,
Iu
sugnu unu e vùatri síti tanti:
Mentri
sugnu 'ntra stu munnu di guai
Cosi
di morti mittitimìnni assai.
Infatti i morti non mettono mai i doni a vista ma li nascondono
abilmente, talvolta camuffandoli in maniera irriconoscibile. Poi, sotto
il letto o dietro i libri posti su uno scaffale o in un armadio, o in
uno dei cento altri posti possibili, i doni vengono trovati.
Alla fine del gioco, si va al cimitero a portare fiori ed accendere
grossi ceri e lumini accanto alle lapidi dei parenti passati a miglior
vita. Raro è vedere qualcuno che piange. Sono tutti sereni e
sorridenti. Perché il 2 novembre è la Festa dei Morti. I nostri
parenti defunti sono tornati a trovarci e lo rifaranno l’anno
prossimo.
Nessuna meraviglia se in ogni città o paesino della Sicilia si
faccia paradossalmente gran festa: scuole chiuse per almeno due giorni,
grandi luminarie, bancarelle ovunque stracolme di giocattoli e, in
qualche caso come a Palermo e a Catania, una grandiosa "Fiera dei
morti" piazzata al centro della città. Lo scopo della fiera è
quello di comprare i giocattoli e dolci ai bambini.
I Dolci della Festa dei
Morti
Questi dolci che variano da parte a parte della Sicilia sono, nel
Palermitano, prevalentemente "pupi i zuccaro"alti
almeno venti cm e colorati in tinte vivaci: "Chi ti lassaru i
morti?" (Che ti hanno donato i morti) ancora si chiede, alla
domanda si risponde come una filastrocca "Un pupu cu l'anchi
torti” (un pupo con le gambe storte). Ma che cosa è il pupo? Una
statuetta composta da un impasto
zuccherino solidificato al forno e colorato a mano. I soggetti
rappresentati vanno dai classici Paladini ai personaggi di favole
(Cenerentola, Biancaneve e Pinocchio); ma, negli ultimi anni, hanno
fatto la loro comparsa anche giocatori di calcio (Ronaldo e Del Piero),
i Simpson e i Pokemon e, ultimamente, addirittura Padre Pio. Alcune
raffigurazioni sono così artistiche da meritare di rimanere intatte in
esposizione: sarebbe un peccato frantumarle per mangiarsele.
Nella Sicilia orientale invece dolci immancabili sono "ossa
di morto": macabri dolcetti a forma di tibia o femore o
falange di pasta bianca che subito si sfarina sotto i denti, proprio
come ossa calcinate, il tutto deposto su uno strato croccante di pasta
marroncina, la bara.
Ecco che allora la pasticceria siciliana appronta, in quei giorni, una
serie sontuosa di frutti di "pasta di
mandorle" - la cosiddetta "pasta reale" - connessi
al luttuoso evento o all'auspicata rinascita: e ogni vetrina si fa vanto
di esibire ceste di vimini traboccanti di lucidi dolci in forma di
mandorla che per la sua precoce fioritura allude alla resurrezione, o di
melagrana spaccata e rosseggiante simbolo di fecondità per l'abbondanza
dei suoi chicchi, o di fava e di fico dalle forti valenze sessuali.
Dolci stucchevoli che, a pranzo concluso, ornano tutte le tavole in quel
festoso giorno di lutto mentre i bambini non vedono l'ora di alzarsi per
trovare i nuovi giochi quelli "lasciati" dai morti.
Halloween
Eppure oggi se un bambino vestito da mostriciattolo viene a suonare alla
porta brandendo la frase “Dolcetto o scherzetto” e pretendendo da
noi dolci in cambio di protezione, o se veniamo invitati ad una festa in
maschera in mezzo a streghe, vampiri e zombie, o se qualcuno arreda la
casa con zucche vuote illuminate da una candela, quasi non ci facciamo
più caso e accettiamo passivamente la trasformazione della Festa dei
Morti in Halloween. Questa nuova festa, arrivata da noi dagli
Stati Uniti grazie ai centinaia di telefilm made in U.S.A che popolano
la nostra televisione, in realtà ha origini molto antiche e si fa
risalire alla tradizione celtica del V secolo a.C. Secondo la leggenda,
il 31 di ottobre gli spiriti dei defunti vagavano per la terra alla
ricerca di un corpo da possedere per ritornare in vita. I celti, al fine
di scoraggiare gli spiriti, spegnevano ogni fuoco, rendevano fredde le
loro case e si abbruttivano il viso e il corpo. La tradizione è poi
giunta in America nel 1840, quando gli irlandesi emigrarono verso il
nuovo mondo. Oggi gli americani l’hanno trasformata in una festa in
maschera, simile al nostro carnevale ma in versione horror, ed è un
modo come un altro per ridere dell’idea della morte. Queste due
tradizioni, generate dallo stesso principio ma sviluppatesi in maniera
del tutto differente, ci mostrano ancora una volta quanto il mondo sia
vario e allo stesso tempo bello.
È giusto
conoscere e capire gli altri, ma questo non vuol dire emularli a tal
punto da dimenticare da dove veniamo e quali tesori possediamo, per
correre dietro ad una zucca bucata!
Chissà se ci riusciremo.
Pupi
i zuccaru
Ingredienti: 500
g di pasta da pane già lievitata, 20 g di zucchero, 5 uova, mandorle
dolci.
Preparazione:
Incorporate lo
zucchero nella pasta, dividetela in pezzi dando la forma di pupazzetti.
Su ognuno mettete un uovo con il guscio che fermerete con una
strisciolina di pasta e metteteli su una piastra da forno. Gli occhi e
la bocca dei pupazzi saranno fatti con le mandorle. Spennellateli con
uovo battuto e lasciateli lievitare per un'oretta. Cuoceteli in forno
caldissimo sino a quando saranno imbionditi.
Curiosità: Per
la visita di un grande personalità, Enrico III figlio di Caterina dei
Medici giunto a Venezia nel 1574, i maestri dolciari si inventarono
sculture di zucchero per stupire i nobili invitati alla cena prima della
loro partenza; la notizia arrivò fino a Palermo dove i pasticceri li
rivestirono con colori squillanti queste pupi statue di cavalieri e
regine, che si trovano ancora in alcune pasticcerie.
Oggi i soggetti rappresentati vanno dai classici Paladini ai personaggi
di favole (Cenerentola, Biancaneve e Pinocchio); ma, negli ultimi anni,
hanno fatto la loro comparsa anche giocatori di calcio (Ronaldo e Del
Piero), i Simpson e i Pokemon e, ultimamente, addirittura Padre Pio.
Alcune raffigurazioni sono così artistiche da meritare di rimanere
intatte in esposizione: sarebbe un peccato frantumarle per mangiarsele.
Ossa
di morto
Ingredienti: 300
gr. di farina 00, 600 gr. di zucchero, 12 albumi, 1 limone, 300 gr. di
nocciole
Preparazione:
Impastate la farina
con lo zucchero e gli albumi. Tritate finemente le nocciole
(possibilmente con un mortaio ma potete utilizzare anche un mixer
elettrico) e aggiungetele al composto. Formate un cilindro largo 6 cm e
alto 2 cm. Tagliate delle fette di ½ cm nel senso dell’altezza e
sistematele in una placca ben imburrata. Cuocete in forno a temperatura
media (150°-180°). I biscotti ottenuti saranno piuttosto duri nel
mangiarli.
Pasta
di mandorle
Ingredienti: Per
4 persone: 800 gr di zucchero semolato; 3 bicchieri di acqua; 800 gr di
farina di mandorle; 100 gr di farina di Maiorca; 1/2 bustina di
vaniglia; coloranti vari per alimenti.
Preparazione:
Sciogliete a fuoco
molto basso lo zucchero con i tre bicchieri di acqua. Attendete che
cominci a filare: ve ne accorgerete quando qualche goccia di zucchero
sciolto, fatta scolare da un mestolo di legno, si allungherà a filo.
Quindi togliete il tegame dal fuoco. Aggiungete la farina di mandorle,
la farina di maiorca, la vaniglia e mescolate fino a quando la pasta si
staccherà tutta insieme dal tegame. Versate l'impasto su un tavolo di
marmo bagnato. Appena si sarà raffreddato, lavoratelo a lungo con le
mani. Quando sarà compatto e liscio, sistematelo negli stampi dalla
forma voluta. Decorate infine, a vostro piacimento, con coloranti per
alimenti.
Curiosità: QUESTI
DOLCI Si sono adeguati ai tempi: nascono infatti, in occasione della
festa dei Santi e per il giorno dei Morti, ma oggi si trovano durante
tutto l'anno. Inoltre un tempo, con il loro impasto, si imitava solo la
frutta, mentre adesso è facile trovare nelle pasticcerie siciliane
persino figure di personaggi tratti dal mondo dei fumetti. Il dolce è
ricordato come "Frutta di Martorana" dal nome della chiesa di
Palermo che anticamente aveva il "monopolio" della sua preparazione L'importazione della pasta di mandorle, risale al prospero
periodo della dominazione araba ed è detta reale, perché, giustamente
considerata "regina" della pasticceria isolana.
Frutta di Martorana
SCULTURE DI ZUCCHERO
|
|