I SOGNI DI ISSAH
Ha gli occhi atterriti, il
piccolo Issah,
e trema, trema di paura,
cedono le tenere gambe,
un sussulto e cade,
un fucile puntato alla nuca di Assam,
padre di otto piccoli figli.
Guardano in alto gli occhi del piccolo Issah,
caduto sotto un frondoso limone,
e scorge i penduli frutti giallastri e lucenti
oscillare nel vuoto,
sospesi a invisibili fili
tenuti da mano fantasma.
Una volta era un gioco contarli,
una gara coi piccoli amici
felici tra nenie e risate infantili,
saltare sui rami a rincorrere un grillo
che a quel gioco sembrava giocare,
come nonno e irrequieto bambino.
Adesso li vede cadere dal cielo,
li sente con fischio stridente,
uno scoppio, un fragore assordante,
il cielo si oscura di schegge impazzite.
E poi un altro, un altro ancora
pił forte del primo,
un rumore di vetri in frantumi,
uno sbattere di porte divelte,
una pioggia di polvere e sassi.
Sobbalza le mani sul volto,
urla, chiede pietą, implora,
il piccolo cuore lo soffoca in gola.
Una lacrima bagna la tenera gota,
mentre un lume a petrolio
rischiara la misera stanza
e la mano gentile che placa
le angosce del piccolo Issah.