Giufà
e le stelle
Giufà
era molto astuto.
Chiamato dal Sultano, un giorno, si sentì dire:
- Ti darò 100 denari se passerai tutta la notte sul
minareto indossando sola la tua giallabiya.
All'indomani
Giufà si presentò dal Sultano chiedendo che venisse mantenuta la
promessa: -
Ho fatto come mi avevi chiesto ed ho passato la
notte sul minareto alle condizioni che volevi.
Il
sovrano disse:
- Va
bene! Ma, prima dimmi come è andata.
Giufà
raccontò:
- Era
una notte fredda, a causa di un forte vento tagliente, ed era
talmente limpida che stelle rischiaravano i dintorni.
-
Furfante! - esclamò
il Sultano - Ti sei scaldato con la luce delle stelle! Non ti meriti
niente!
Giufà
non disse nulla e se ne andò via afflitto, ma meditava una rivalsa.
Qualche
giorno più tardi Giufà invitò a casa sua il Sultano con tutto i
cortigiani e, fatti sedere a tavola tutti quanti, non servì nulla.
Dopo qualche ora di attesa, il Sultano molto arrabbiato
chiese:
-
Giufà, non hai preparato nulla
da mangiare?
Giufà
sornione rispose:
-
Chiedo scusa a tutti, ma la pentola del cuscus non è
ancora calda, venite a controllare
Il
Sultano si alzò e vide la pentola con il cuscus penzoloni con una corda
dal soffitto ben lontana dal fuoco, il braciere in un angolo sul
pavimento e Giufà che soffiava sul braciere
-
Perché soffi sul braciere? -
domandò il sultano.
-
Per fare arrivare prima il calore
alla pentola -
rispose Giufà
-
Ma sei tonto? Come può giungere il calore alla pentola
se è così distante? - ribadì
il Sultano
Giufà,
con un pizzico di ironia, rispose:
- Se
nella notte sono riuscito a scaldarmi grazie alle stelle del cielo, si
potrà pure cucinare il cuscus con il calore del braciere, visto
che è molto più vicino!
Capita
la lezione, il Sultano diede 200 denari a Giufà
per premiarlo della sua arguzia.
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