Antichi sapori dei frutti dimenticati |
Chi ricorda, ormai, gli
antichi prodotti della civiltà contadina mediterranea? Quanti ricordano
i sapori della pera cotogna, della sorba o della 'nzinzula? Nell'ultimo
secolo sembra che siano spariti migliaia di varietà vegetali, vittime
dell'agricoltura intensiva, che privilegia la stagionalità dei
prodotti, del più bello e perfetto contro il più buono. Con questo
tipo di agricoltura diminuiscono le varietà biologiche e si
incrementano quantità e perfezione estetica. Fortunatamente, tanti
frutti dimenticati negli ultimi decenni, piccoli arbusti legati
tenacemente alla terra, resistono contro ogni dimenticanza voluta o
casuale dell'uomo.
Quante volte, per un complimento o un successo, siamo andati in
"BRODO DI GIUGGIOLE"?
Sapete cosa sono le giuggiole e cosa c'entrano col brodo? O perché le
sorbe e le nespole maturano con la paglia?
Le giuggiole altro non sono che li 'Nzinzuli, quegli acini rossi dalla
polpa farinosa e dolciastra simile ai datteri: con le giuggiole, l'uva e
le mele cotogne cotte insieme alla scorza di limone, veniva preparata
una bevanda, dolce, languida e sciropposa, da offrire agli ospiti; era
il bicchiere della festa, come l'attuale spumante o champagne!
Ecco di seguito un elenco dei nostri frutti, alcuni rari da trovare, ed offerti
come primizie "carissime" sulle bancarelle delle nostre
città.
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Giuggiolo |
'NZINZULA
Zizyphus sativa Gaert. Famiglia Ramnaceae
E' spesso coltivato a scopo ornamentale. Caratteristica di questa
pianta sono i frutti (giuggiole o zizzole) che hanno polpa farinosa,
dolciastra simile a quella dei datteri
Foglie : |
decidue,
semplici, ovali, margine seghettato, inserzione alterna, rami
spesso spinosi |
Fiori : |
a 2-3
infascetti globosi-ascellari, fior. apr/giu var.
ornamentale) |
Frutti : |
drupe ovoidali
rosso-brune (var. ornamentale) |
Portamento: |
fino a 8 m, più
spesso arbustivo |
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Azzeruolo
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ZALORA
Crataegus azarolus L. famiglia delle Rosacee
L'Azzeruolo (Crataegus azarolus L.) appartiene alla
Famiglia delle Rosaceae.
E' detto anche "Lazzeruolo".
Gran parte dei botanici ritiene che questa specie sia originaria
dell'Asia Minore o dell'isola di Creta, da cui si sarebbe diffusa come
coltivazione in tutto il resto del Mediterraneo e dell'Europa.
Le azzeruole (molto gustose, che ricordano il sapore delle nespole)
consumate fresche sono dissetanti, rinfrescanti, diuretiche e ipotensive;
la polpa ha proprietà antianemiche ed oftalminiche.
In confetture, marmellate e gelatine, insalate e macedonie di frutta; si
utilizzano in pasticceria, si conservano sotto spirito e grappa.
In cosmesi rivitalizza le pelli sciupate grazie alla provitamina A.
Coltivato in frutteti familiari e giardini in esemplari isolati, in
filari o innestato in siepi
di biancospino.
Pianta ornamentale.
Foglie : |
decidue,
coriacee, lobi non molto incisi e di forma triangolare, 2
stipole alla base, verde chiaro sulla pagina inf. |
Fiori : |
bianchi ,
formano corimbi, fioritura ad apr/mag |
Frutti : |
pomo globoso
di 2 cm o 4 cm nelle varietà coltivate(vd. foto), 2-4 semi
legnosi |
Portamento: |
fino a 4 m
di altezza |
Originario
dell' Asia Minore si è diffuso da tempo remoto in tutta la
fascia mediterranea. Si incontra sia spontaneo che coltivato
(foto della scheda) per la ricca fioritura e la colorazione
rosso intenso dei pomi. |
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Corbezzolo
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CORBEZZOLO
Arbustus unedo L. Famiglia: Ericaceae
Foglie : |
sempreverdi,
obovato-ellittiche, alterne, coriacee, finemente seghettate sul
margine |
Fiori : |
da ott. a
dic. allorquando i frutti
dell' anno precedente sono maturi.
Biancastri in pannocchie pendule di 15-30 elementi |
Frutti : |
contemporanee
ai nuovi fiori, bacche globose rosse, eduli |
Portamento: |
alberello
alto sino a 12 m |
Frutto |
In
inverno, quando la natura si riposa questo frutto veramente unico, si
copre di profumati fiori color avorio e di frutti piccoli, rotondi
che vanno dal giallo, all’aranciato e al rosso fuoco.
I frutti maturi del Corbezzolo sono molto dolci, hanno un delicato
e tipico aroma e la polpa, di colore gialle, è estremamente morbida;
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Caratteristiche
al consumo |
Le
foglie , utilizzate nella farmacopea moderna per lenire vari
disturbi, sono ovali, oblunghe e con margini seghettati.
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Storia,
curiosità e particolarità |
Antichi
miti vogliono che i suoi rami, sacri alla Dea Cardinea, rendessero
gli uomini più previdenti e parsimoniosi.
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Uso
gastronomico |
si
prestano alla preparazione di ottime confetture e marmellate, la
dolcezza delle quali contrasta con l’amaro del miele ricavato
dal nettare dei fiori.
Dal Corbezzolo deriva anche un liquore dolce e delicatamente
profumato.
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Questo
alberello è un tipico componente della macchia mediterranea
dove si dimostra ottimo colonizzatore di terreni poveri di base.
E' spesso il primo arbusto colonizzatore di terreni devastati
dal fuoco. I frutti, dotati di proprietà astringenti, possono
essere consumati freschi o in confettura |
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Melo cotogno
Caratteristiche |
L’albero
è originario dell’Asia Occidentale, dove cresce ancora oggi
allo stato spontaneo.
Oggi la pianta del cotogno è presente in Sardegna sia spontanea
che coltivata.
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Frutto |
Buccia
cotonosa e vellutata, polpa consistente, quasi legnosa. |
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Sapore |
Aspro
ed aromatico.
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Forma |
Le
Mele Cotogne, hanno forma grossa, piriforme. |
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Caratteristiche
al consumo |
Questi
frutti sono salutari per loro proprietà antidiarroiche,
astringenti, stomatiche, epatiche.
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Storia,
curiosità e particolarità |
Dai
Greci era conosciuto con il nome di Malon Cydonian sin dal VII
secolo a.C. ed offerto agli dei durante alcuni riti religiosi.
Rappresentava anche un delicato pegno d’amore.
Nel VI secolo a.C. Solone, saggio legislatore ateniese, in un
decreto prescriveva che le spose prima di varcare la soglia della
camera nuziale, dovessero mangiare una mela Cotogna.
I romani conobbero il cotogno nel 69 a.C. quando conquistarono
Cidonia, sulla costa settentrionale dell’isola di creta. Da cui
il nome scientifico Cydonia Oblonga Mill.
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Uso
gastronomico |
Particolarmente
gustose consumate cotte con lo zucchero o la sapa, sono anche alla
base di tradizionali confetture o marmellate. |
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CUTUGNU
Cydonia oblonga (Mill.) Famiglia delle Rosacee
Foglie : |
decidue,
semplici, ovali-ellittiche, apice acuto o leggermente
arrotondato, margine intero, grigiastre e tomentose sulla pagina
inf. |
Fiori : |
ermafroditi,
grandi(4-5 cm) di colore bianco-rosa , fioritura mar/apr
|
Frutti : |
pomi
tondeggianti o piriformi giallo-verdastri con buccia coperta da
fitta peluria
|
Portamento: |
alto sino a
5 m |
Pianta
originaria dell' Asia e utilizzata da noi anche come
portainnesto per il pero.I frutti, maturi a metà ottobre, molto
profumati , sono immangiabili da crudi.Diventano gradevoli e
molto gustosi sotto forma di confetture e gelatine |
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Melo
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PUMU
Malus domestica Borkh Famiglia delle Rosaceae
Foglie : |
decidue,
semplici, ovoidali, margine seghettato |
Fiori : |
ermafroditi,
riuniti in corimbi a piccoli gruppi di 3-8, 5 petali color
bianco-rosato, fioritura primaverile |
Frutti : |
pomi con
dimensioni , forme e colori diversi a seconda della varietà |
Portamento: |
altezze
diverse a seconda delle varietà, sino ad un massimo di 10 m |
Il
melo è pianta di grande interesse agrario, molto diffuso per il
frutto per il quale sono state selezionate svariate varietà.
Esistono anche varietà ornamentali(vd. melo da fiore)e il
"malus sylvestris" più rustico del congenere
coltivato , da cui differisce per i rami spinosi e i frutti
piccoli e verdastri. |
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Melograno
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GRANATU
Punica granatum L. Famiglia delle Punicaceae
Foglie : |
decidue,
lanceolate , amrgine liscio, |
Fiori : |
terminali,
grandi 3-4 cm imbutiformi di colore rosso intenso, stami
numerosi(20) , fioritura giu/ott
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Frutti : |
globosi e
grandi nelle piante coltivate, piccoli come una noce in quelle
selvatiche,.Il frutto è un particolare tipo di bacca, color
giallo-rosso contenente numerosissimi semi circondati da una
parte rossa e carnosa. Matura in autunno
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Portamento: |
arbusto o
alberello di 5 m |
Questo piccolo albero è originario delle regioni orientali
dei bacino mediterraneo e dell'Asia occidentale, da dove già in
epoca romana si era diffuso in tutte le zone a clima mite,
coltivato e inselvatichito qua e là. Fa parte della macchia
mediterranea, dove s'incontra su terreni aridi. Cresce
lentamente, e la sua coltivazione non richiede cure eccessive,
solo esposizione soleggiata. Del frutto sono commestibili i semi
di un bel rosso porpora. Il legno è duro, ma le dimensioni ne
limitano l' impiego. Il melograno infine è apprezzata pianta
ornamentale per la splendida e prolungata fioritura.
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Nespolo |
NIASPULA
Mespilus germanica L. Famiglia delle Rosaceae
Foglie : |
decidue,
semplici, ellittico-lanceolate, margine seghettato |
Fiori : |
solitari o a
due, , corolla a 5 petali bianchi , fioritura a mag/giu
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Frutti : |
pomi di
colore rugginoso
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Portamento: |
spesso
arbustivo, come albero sino a 5 m di altezza |
Questa
pianta, nonostante il nome , è originaria dell'Asia Minore .
Non comune, vegeta nelle boscaglie sino a 1000 m prediligendo
esposizioni soleggiate e adattandosi a substrati poveri. I
frutti vengono raccolti immaturi(non ancora commestibili perchè
duri e dalla polpa fortemente astringente) diventano maturi dopo
un periodo di stramaturazione. |
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Sorbo
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ZORBA
Sorbus aucuparia L. Famiglia delle Rosaceae
Foglie : |
decidue,
composte, imparipennate, da 5 a 19 foglioline, lamina
lanceolata, m,argine finemente dentato |
Fiori : |
ermafroditi,
biancastri a 5 petali, riuniti in infiorescenze a corimbo
dapprima erette poi pendule, fioritura mag/giu |
Frutti : |
piccoli pomi
rosso-arancio
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Portamento: |
arboreo o
arbustivo, alto sino a 15 m |
Il
sorbo degli uccellatori ha areale che comprende tutta l'Europa,
dove s'incontra frequente nelle foreste, boscaglie, macchie
rade, arbusteti fino a 2000 m di altitudine. Pianta eliofila,
sopporta anche l'ombreggiamento, ed è adattabile a qualsiasi
terreno; è spesso coltivata come ornamentale in montagna per lo
splendido aspetto decorativo dei fogliame, dei fiori e dei
frutti. I frutti sono acidi e ricchi di tannino. |
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Gelso nero
Gelso bianco
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CIANSU
Morus alba L. Famiglia delle
Moraceae
Morus nigra L
Foglie : |
decidue,
cordate e assimmetriche alla base, margine irregolarmente
dentato, a volte trilobate |
Fiori : |
ermafroditi
o unisessuali(prevalenti),infiorescenze masch. in amenti
cilindrici di 2-4 cm
, inf. femm. in amenti ovali di 1 cm o meno con breve
peduncolo, fioritura apr/mag |
Frutti : |
more dolci
di color bianco-rosato
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Portamento: |
Comunemente
è coltivato a capitozza, con un breve tronco da cui si
dipartono numerosi rami arcuati, sottoposti a periodica
potatura.
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Il
gelso è originario del continente asiatico ed è stato
importato in Europa da antica data, diffuso per il legno e i
frutti e successivamente per l'allevamento del baco da seta.
Pianta piuttosto frugale e rustica, resiste discretamente al
freddo; s'incontra dalla pianura fino a 800 m di altitudine.
Il
gelso bianco ( Morus alba) si è diffuso in Europa dalle zone
originarie dell'Asia orientale piú tardi rispetto al gelso
nero, intorno al XII secolo, parallelamente al diffondersi
dell'allevamento dei baco da seta, che ne utilizzava le foglie
come alimento.
Simile è il G. Nero (Morus nigra L.) che ha foglie più
piccole e frutti che a maturità passano dal color porpora al
nero
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LIMONE
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LIMUNI
Il Limone (Citrus limon) è originario dell'India e dell'Indocina.
Secondo alcuni studiosi è un ibrido naturale tra il cedro (Citrus
medica) e il lime (Citrus aurantifolia).
L'albero del limone (alto fino a 6 metri) ha un portamento aperto ed i
rami a frutto sono procombenti; i rami sono normalmente spinosi.
Le foglie sono alterne, rossastre da giovani e poi verde scuro sopra e
più chiare sotto, generalmente ellittiche.; il picciolo è leggermente
alato.
I fiori, dolcemente profumati, possono essere solitari o in coppie,
all'ascella delle foglie; in condizioni climatiche favorevoli sono
prodotti praticamente tutto l'anno. Il bordo dei petali è violetto. I
frutti sono ovali oppure oblunghi, con apici appuntiti: Normalmente la
buccia è gialla, ma ci sono varietà variegate di verde o di bianco:
ricca di olii essenziali, può essere più o meno sottile: la polpa è
divisa in otto-dieci spicchi; generalmente è molto aspra e succosa:
molte varietà sono prive di semi.
Il limone è una specie rifiorente. I flussi principali di fioritura
sono in primavera, con la produzione dei limoni invernali, e in
settembre, da cui derivano i cosiddetti verdelli (che maturano
nell'estate seguente). Per favorire la produzione di questi ultimi, che
ottengono prezzi migliori sul mercato, si utilizzano tecniche
particolari come l'interruzione delle irrigazioni per un certo periodo.
Il limone è piuttosto sensibile al freddo e si defoglia completamente
con temperature di -4/-5°C, mentre temperature inferiori possono
danneggare anche il legno; i fiori e i frutti, invece, sopportano valori
fino a -2°C. D'altra parte, non ha invece bisogno di temperature estive
molto elevate per la maturazione dei frutti. Le piante sono sensibili
anche al vento (frangivento). In periodi prolungati di siccità è
necessaria l'irrigazione. Cresce bene anche in terreni poveri e il pH
ottimale è intorno a 5,5-6,5°C.
Si innesta su diversi portinnesti, dal franco al limone volkameriano
fino all'alemow, al mandarino cleopatra e all'arancio amaro,
incompatibile però con alcune varietà come la "Monachello".
A differenza di altri agrumi, i limoni possono maturare anche una volta
staccati dalla pianta. Spesso vengono staccati, manipolati e spediti
ancora verdi - protetti da un trattamento fungicida e da un'inceratura -
quindi trattati in seguito per farli maturare: per questo motivo non è
consigliabile utilizzare le bucce dei frutti, a meno che non provengano
da colture biologiche. |
MANDARINO
|
MANNARINU
Con il termine Mandarini viene designato un gruppo eterogeneo di agrumi
di grande importanza economica (a livello mondiale, seconda solo
all'arancio). Diverse sono le scuole di pensiero riguardo alla loro
classificazione botanica.
Il Mandarino King (Citrus nobilis - Citrus
deliciosa), di origine cinese, è stato portato in Europa
all'inizio dell'Ottocento. sembra sia un ibrido tra Citrus reticulata
(mandarancio) e Citrus sinensis (arancio dolce).
e' una pianta robusta con chioma espansa, alta fino a 4,5 m. Le spine
sono presenti soltanto sui succhioni. Le foglie, da ovato-oblunghe a
ovato-lanceolate, hanno picciolo con alette sottili. I fiori sono
piccoli, bianchi, profumati e singoli. I frutti sono di taglia media,
globosi e depressi ai poli, con buccia sottile non aderente alla polpa;
quest'ultima è color arancio, aromatica e succosa e ricca di semi
(anche se sono state selezionate varietà apirene).
Molto diffusa è la varietà "Avana" da cui sono state
ottenute numerose selezioni come l'Avana apirena e il Tardivo di
Ciaculli. Molte varietà sono usate a scopo ornamentale per la lunga
permanenza dei frutti sulla pianta.
Il Mandarino Cleopatra (Citrus reshni),
originario dell'India, forma piante a portamento compatto e
arrotondato. Le foglie sono piccole,
strette, verde scuro. I fiori sono piccoli e bianchi e i frutti, globosi
e depressi ai poli, sono simili alle clementine; la buccia è di color
arancio, poco aderente alla polpa, che ha un sapore gradevole ed è
ricca di semi.. Resiste bene al freddo e viene usata come portinnesto.
Utilizzata anche come pianta ornamentale per la lunga persistenza dei
frutti.
Le origini del Mandarancio sono incerte: secondo alcuni studiosi è una
specie molto antica originaria della Cina e più in generale
dell'Estremo Oriente; altri la ritengono un ibrido tra il mandarino e
l'arancio (dolce o amaro), altri ancora un ibrido tra mandarino e
chinotto.
Piccolo albero, a volte con rami spinosi, con chioma arrotondata,
simmetrica e aperta. Le foglie sono lanceolate, verde vivo, con picciolo
leggermente alato. I fiori sono singoli o riuniti in piccole
infiorescenze, molto profumati. I frutti arancioni, hanno una buccia
arancione facile da togliere e una polpa dolce, ricca di succo, con semi
piccoli e appuntiti |
Arancio
|
ARANCIU
Citrus sinensis (L.) Famiglia delle
Rutaceae
Foglie : |
persistenti,
lucide, coriacee, con o senza ala obovoide sul picciuolo(a
seconda della varietà), possibile presenza di spine |
Fiori : |
bianchi,
ascellari, profumatissimi, fioritura in primavera ma presenti
anche in estate |
Frutti : |
esperidio
arancione(arancia) |
Portamento: |
alt. sino a
5 m |
Caratteristiche |
L’Arancio
(citrus sinesis), fra gli agrumi è la specie più coltivata in
Sicilia, Calabria e Campania, regioni leaders per produzioni.
|
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Frutto |
I
frutti divisi all’interno in spicchi di frutta sugosa, ricca di
zuccheri, acidi organici, vitamina C, pectine e sali minerali, |
|
Albero |
In
primavera i fiori ricoprono l’albero di candide corolle di
petali bianchi e da novembre in poi il frutto raggiunge la
completa maturazione.
Le piante si ricoprono di turgidi globi di color giallo - arancio.
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Varietà
cultivar |
Thompson,
Vaniglia e Tarocco; di color rosso-arancio, nella varietà
Washington, Naveline.
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Valori |
Bisogna
tuttavia evidenziare le numerose proprietà salutistiche
dell’arancia; è antiemorragico, antiscorbutico, antispasmodico,
febbrifugo, sedativo, tonico, aperitivo, digestivo.
|
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Utilizzo |
Vengono
preferibilmente consumati freschi. |
Questa
specie è originaria della Cina ed è arrivata in Europa verso
il 1600, diffondendosi largamente con la coltivazione solo nelle
regioni mediterranee, perché resiste poco al freddo. Anche
questa specie è coltivata per i frutti, le arance, pregevoli,
oltre che per le qualità organolettiche e per l'elevato
contenuto in vitamina C.
Da ricordare anche la specie "citrus aurantium"
o"a. amaro", alto sino a 10 m e molto spinoso.
|
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Ficodindia
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FICUDINIA
Opuntia ficus-indica Mill. Famiglia delle Cactaceae
Foglie : |
le foglie
hanno subito la trasformazione in spine |
Fiori : |
gialli o
rossi, ma comunque molto appariscenti, fioritura tra aprile e
maggio
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Frutti : |
bacche
ovoidali rosso-violaceo che maturano a lug/ago coperte di fine
setole spinose
|
Portamento: |
può
raggiungere anche altezze di 3-4 m |
Produzione |
Il
ficodindia si sta diffondendo, quale frutta esotica, in
tutta Europa e conseguentemente si sono impiantati
fichidindieti specializzati, con cultivar che hanno pochi
semi. Queste colture si trovano anche nel ragusano, con
risultati economici sorprendenti vista la continua
richiesta sul mercato. Superficie di produzione: 50
ettari. Quintali prodotti 7.500. |
|
Storia,
curiosità e particolarità |
Notissima
pianta della flora mediterranea, originaria dalle Americhe
e diffusa anche nella costa settentrionale dell'Africa. Fu
definito cibo dei poveri, perché crescendo liberamente ai
limiti delle strade di campagna poteva essere raccolto da
tutti. Una particolarità: i frutti maturano nei mesi
estivi, ma sulla pianta rimangono intatti e perfettamente
commestibili anche fino alla tarda primavera successiva. |
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Uso
gastronomico |
Il
ficodindia è stato da sempre consumato come frutta, vista
l'abbondanza si sono trovati molti modi per sfruttarli per
una più lunga conservazione e si sono inventati: la
mostarda e i mostaccioli di fichidindia, dolci
tradizionali in via di estinzione. |
Pianta
originaria del Messico e dell' America latina che si è
naturalizzata nei nostri ambienti più caldi. Pianta rustica che
si adatta a tutti i terreni , ma teme il freddo.
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Mandorlo
Mandorlo in fiore |
MIANNULA
Prunus dulcis Mill. Famiglia delle Rosaceae
Foglie : |
lanceolate e
seghettate |
Fiori : |
fiorellini
bianchi con sfumature rosate, fioritura a gen/mar prima della
fogliazione
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Frutti : |
drupe(mandorle)
verdi
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Portamento: |
sino a 5-10
m di altezza |
Essenza
tipicamente mediterranea ,predilige pendii ben esposti senza
preferenza di substrato.
Il seme del mandorlo è utilizzato dopo essiccazione nella preparazione della pasta di mandorle , nel
marzapane, nel torrone |
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Fico
Valori |
Il
fico è molto digeribile e nutriente, ricco di vitamine (A, C, B1
e B2) e minerali come il ferro, il calcio ed il manganese. È un
buon tonificante ed è consigliato nella dieta degli sportivi;
esercita un’azione emolliente nelle malattie polmonari ed aiuta,
inoltre, a risolvere i problemi dell’apparato digestivo. |
|
Produzione |
È
una pianta resistente, frugale, che dà il meglio di sé su
terreni poveri. Nella provincia di Cosenza si è diffusa la
coltivazione dell’albero del fico tra gli anni ‘30 e ‘60 e
ben presto è diventata la prima provincia d’Italia per la
produzione di questo alimento, grazie alle piccole e medie imprese
che operano sui mercati internazionali e per l’ottima ed
apprezzata qualità della lavorazione del fico essiccato. |
|
Utilizzo |
I
fichi si consumano freschi, anche in abbinamenti salati con
prosciutto o formaggio, ma per l’elevato contenuto zuccherino si
prestano all’essiccazione e alla preparazione di confetture,
canditi e sciroppi. L’essiccamento può essere effettuato al
sole, al forno o in appositi essiccatoi ad aria calda. |
|
Storia,
curiosità e particolarità |
La
pianta di fico è giunta in Calabria prima della civiltà
greco-romana, portata da viaggiatori che giungevano dal bacino del
Mediterraneo orientale; infatti, i fichi secchi erano tra le
provviste più gradite, grazie anche alla lunga conservazione
adatta per i viaggi. Citato più volte nell’Antico Testamento,
il fico è una pianta originaria dell’Asia Minore, affermatasi
soprattutto nell’Egitto dei faraoni, si è poi estesa a tutte le
coste del Mediterraneo. |
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FICU
Ficus carica L. Famiglia delle Moraceae
Foglie : |
decidue,
palmato-lobate |
Fiori : |
unisessuali,
fior. giu/ago |
Frutti : |
infruttescenze
carnose e zuccherine
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Portamento: |
corteccia
grigia, liscia e sottile, alto sino a 10 m |
L'areale
dei fico comprende l'Asia sudoccidentale, da dove si è diffuso
in tutti i paesi dell'Europa . La specie è frugalissima e,
selvatica, riesce a vegetare in ambienti ingrati, adattandosi a
substrati sassosi, rupestri, aridi, perfino fessure di vecchi
muri, purché caldi e riparati. Raggiunge dimensioni discrete
sia nella statura , che nel diametro dei tronco; questo fornisce
legno tenero, color bianco avorio, che ha scarse applicazioni ed
è mediocre anche come combustibile. Comunemente è coltivato il
Ficus carica domestica per i frutti eccellenti, molto dolci e
nutrienti. |
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Di altezza media intorno ai 4-5 metri, puo'
superare anche gli 8-10 m. Ha una corteccia di color grigio cenere, una
chioma ampia e branche pendule. Il legno e' duro e pesante, giallo
intenso nelle piante giovani e rosso bruno in quelle adulte. Foglie
composte, caduche, imparipennate, tomentose nelle piante giovani, glabre
e coriacee in seguito. Fiorisce in aprile-maggio e presenta fiori
apetali, portati da infiorescenze ascellari a pannocchia; quelli
femminili sono simili a un piccolissimo frutto con stimma trifido,
carenato, allargato e papilloso, mentre quelli maschili sono provvisti
di brattee e di grosse antere. Il frutto e' una drupa monosperma, con
mallo sottile, peduncolata, ovale. Il seme, contenuto in due valve
giallo crema o biancastro, e' unico e allungato, di colore verde chiaro,
ricco di olio e proteine, sostanze estrattive inazotate e vitamine.
Pianta dioica e l'impollinazione viene assicurata sia da piante maschili
di Pistacia vera che da piante spontanee di Pistacia terebinthus e
da ibridi naturali tra P. vera e P. terebinthus
PISTACCHIO
Il frutto
|
FASTUCA
Il Pistacchio (Pistacia vera L.) e' orginaria di una vasta
zona dell'Asia Minore, Siria e Turchestan.
Diffusa soprattutto in Iran, Turchia, Gracia e Siria. E' sta introdotta
recentemente anche negli Stati Uniti e in Italia viene coltivata quasi
esclusivamente in Sicilia.
Appartiene alla Famiglia delle Anarcadiaceae, genere Pistacia, che
comprende le seguenti specie:
- Pistacia vera L., o pistacchio, specie a foglia caduca,
coltivata per i frutti;
- Pistacia terebinthus L., o terebinto, specie a foglia caduca,
usata come portinnesto del pistacchio;
- Pistacia lentiscus, o lentisco, specie sempreverde, usata come
portinnesto del pistacchio.
Bronte,
capitale italiana del pistacchio!
La
Sicilia è l'unica regione italiana dove si produce il pistacchio
("pistacia vera") e la cittadina etnea, con oltre tremila
ettari in coltura specializzata, ne esprime l'area di coltivazione
principale (più dell'80% della superficie regionale) con una produzione
dalle caratteristiche peculiari.
Bronte, Eden di pistacchio, con un frutto dal gusto e dall'aroma
universalmente riconosciuti come unici e particolari.
L'"oro verde", così è
denominato il "pistacchio verde di Bronte", rappresenta la
principale risorsa economica del vasto territorio della cittadina etnea.
Bronte,
capitale italiana del pistacchio
Il Mediterraneo è stato da sempre uno dei principali centri di scambio
e di valorizzazione delle produzioni agro-alimentari mondiali. È stato,
tradizionalmente, il mare del gusto, degli aromi, dei sapori, delle
spezie. Una peculiare caratteristica che ha disegnato e formato la
cultura, l'economia ed anche il paesaggio, trasformandolo profondamente
ed in modo quasi irreversibile.
Le spezie in genere ma anche il basilico, il rosmarino, il pepe,
l'olivo, gli agrumi, i carciofi, il vino e la vigna e mille altri
prodotti e coltivazioni di maggiore o minore diffusione hanno invaso e
trasformato questo spazio geografico e culturale, portando allo scambio
di merci ma anche al confronto culturale e al mantenimento di un
costante valore comune di sapori e tradizioni.
I prodotti di origine mediorientale rappresentano un particolare aspetto
di questo patrimonio ed hanno avuto una notevole influenza nella cultura
gastronomica europea e mediterranea. Il cus cus, il peperone, perfino il
vino, la castagna e cento altri prodotti derivano dal progressivo e
millenario scambio e il Mediterraneo ne ha rappresentato lo spazio di
comunicazione.
Il Pistacchio, un frutto dalla storia antichissima, noto ai Babilonesi,
Assiri, Giordani, Greci, citato addirittura nel libro della Genesi e
riportato nell'obelisco, fatto innalzare dal re dell'Assiria, attorno al
VI secolo a.C., è uno di questi prodotti agro-alimentari, che ha
contribuito a delineare il patrimonio culturale-gastronomico dei popoli
mediterranei. Di questo prezioso frutto, portato in Sicilia dagli Arabi,
Bronte rappresenta la capitale italiana.
L'Iran è il principale produttore mondiale di
pistacchio (56%) con una superficie di 230.000 ettari di terreno
coltivato, seguito dalla Turchia, con 39.000 ettari, gli Stati Uniti,
31.000 (dove è presente la cultivar "Bronte") e la Siria, con
20.000. Nell'Unione Europea solo Italia, Grecia e Spagna ne sono
produttori (i primi due con circa 9.000 ettari di terreno coltivato e la
Spagna con 1.500, di cui 2.000 in Andalucia).
In Sicilia il Pistacchio cresce in prevalenza a Bronte con l'80% della
superficie regionale coltivata (e nei comuni di Adrano e Ragalna) e
nelle province di Agrigento (i cui centri di produzione sono Favara e
Raffadali) e di Caltanissetta (S. Cataldo). La produzione biennale media
siciliana è di circa 32.000 quintali di prodotto sgusciato, l'80% dei
quali viene esportato all'estero.
La peculiarità del pistacchio brontese è il colore
uniformemente verde vivo della sua pasta, nonchè la sua pronunciata
aromaticità, per cui è senz'altro privilegiato nella manifattura dei
torroni, dei prodotti dolciari e dei gelati ma soprattutto delle carni
insaccate di pregio e nella gastronomia di alta classe.
Tali caratteristiche, uniche fra i prodotti similari di altre zone, sono
egregiamente valorizzate proprio nel luogo di produzione. |
Albicocco
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FRACCOCA
Prunus armeniaca L. Famiglia delle Rosaceae
Foglie : |
decidue,
cuoriformi, margine seghettato
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Fiori : |
bianco-rosei,
fioritura a mar/mag prima della fogliazione
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Frutti : |
drupe
vellutate di colore giallo-arancio
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Portamento: |
raggiunge i
5-7 m |
Albero
da frutto per eccellenza, fu creduto da Linneo originario dell'
Armenia (Iran) , ma la pianta era già coltivata in Cina. Fu
diffuso in Europa dagli arabi moltissimi secoli fa. |
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Ciliegio
Caratteristiche |
Pare
lecito ammettere che il Prunus Avium (Ciliegio dolce o Ciliegio di
monte) e il Prunus Cerasus (Ciliegio acido) siano specie oriunde
di zone comprese fra il Mar Caspio e l’Anatolia.
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Frutto |
Dal
punto di vista pomologico, le Ciliegie dolci vengono chiamate
“tenerine” per la polpa tenera, e “duroni” per la polpa
soda; ”amarene”, “visciole”, e “Marasche” quelle
acide.
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Varietà
cultivar |
dove
oltre la varietà locali più apprezzate (la ciliegia comune di
Bonnanaro, la Barraccocca, la Turca, la Regina, sono state
introdotte nuove cultivar.
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Utilizzo |
frutto
dalle benefiche virtù, un alimento energetico ricco di sali
minerali e vitamine.
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Storia,
curiosità e particolarità |
Non
è infrequente con l’arrivo della buona stagione in prossimità
della massima arteria SS131, vedere esposti, su simpatici
banchetti approntati dagli stessi produttori, questi gradevoli e
irresistibili frutti.
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Uso
gastronomico |
Generalmente
le Ciliegie della prima specie vengono consumate fresche, quelle
della seconda vengono destinate per la produzione di marmellate,
canditi, sciroppi e bevande alcoliche come il Maraschino, il
Kirsch e il Ratafia. |
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CIRASA
Prunus avium L. Famiglia delle Rosaceae
Foglie : |
decidue, ovato-accuminate, alterne, provviste di 2
caratteristiche ghiandole rosse nel punto di inserzione dell
lamina
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Fiori : |
bianchi in ombrelle, fior. ad apr/mag
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Frutti : |
drupe globose, rosse
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Portamento: |
alt. sino a 20 m
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Pianta molto rustica è diffusa allo stato selvatico
praticamente ovunque ed è coltivata per le diverse varietà del
frutto e per il legname pregiato dal tipico colore rossastro.
Esistono anche varietà ornamentali derivate da incroci o
selezioni con le specie Prunus serrulata, P. sargentii, P.
Kanzan, P. Kokusai, P. tayoma -zakura coltivate generalmente per
l' abbondante fioritura
.
Vanno citate anche le due specie Prunus mahaleb e il Prunus
subhirtella. Il P. mahaleb (ciliegio di santa Lucia) è
originario del centro Europa , ha foglie ovali(vd. foto sotto)e
fiori abbondanti
(piccoli -meno di 1 cm di diametro)bianchi in grappoli terminali
e frutto rappresentato da piccole drupe nerastre
. Predilige ambienti non troppo freddi e suoli calcarei e
argillosi. E' utilizzato anche come porta-innesto per alcuni
ciliegi.
Il Prunus subhirtella è un piccolo albero di origine giapponese
utilizzato nelle sue molteplici varietà a scopo ornamentale per
le fioriture decorative e abbondanti che cominciano già a fine
inverno. I fiori sono semplici o doppi di colore bianco, rosato
o crema.
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Pero
Frutto |
La
pera iblea per virtù del clima, anche se di modesto aspetto, ha
un gusto e un profumo invidiabili. |
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Produzione |
Nel
Ragusano il pero è presente in poche colture specializzate.
Superficie di produzione: 35 ettari. Quintali prodotti: 5.560. |
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Storia,
curiosità e particolarità |
Il
pero è forse l'albero più diffuso nel mondo, essendo coltivato
ovunque. Esistono una trentina di varietà con oltre 5.000
cultivar diverse. |
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Uso
gastronomico |
La
pera, nella nostra provincia, viene utilizzata quasi
esclusivamente quale frutta fresca; ma alcune qualità (quelle più
dure ed a polpa soda, le cosiddette “invernali”) vengono anche
cotte con vino e zucchero. Scarsa la sua utilizzazione per farne
composte e marmellate. |
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PIRU
Pyrus comunis L. Famiglia delle
Rosaceae
Foglie : |
decidue,
semplici a lamina ovato-ellittica e margine seghettato. Le
foglie del pero selvatico sono simili , ma hanno lamina più
arrotondata e i giovani rami sono provvisti di spine |
Fiori : |
ermafroditi
, bianchi a 5 petali, riuniti in infiorescenze a corimbo(fino a
15 fiori), circondati alla base da un gruppo di foglie,fioritura
ad apr/mag a seconda della varietà
|
Frutti : |
pomo di
forma allungata e di colore e peso diversi a seconda della
varietà. Il frutto del pero selvatico è più piccolo(1-4
cm)duro, a polpa acidula che diventa dolce dopo una
sovramaturazione |
Portamento: |
generalmente
di 5-6 m , ma può raggiungere i 15 m |
Di
origine è incerta questa pianta è coltivata per il frutto in
tutta Italia in svariate varietà che si differenziano per peso,
forma, colore e periodo di maturazione |
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Susino-Pruno
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PIRUNI
Prunus domestica L. Famiglia delle Rosaceae
Foglie : |
semplici,
ellittiche, dentellate al margine
|
Fiori : |
gruppi di
2-3, petali bianchi, fioritura a mar/apr
|
Frutti : |
drupe di 2-7
cm
|
Portamento: |
sino a 10 m
di altezza |
L'
origine non è certa, si pensa che sia giunto dall' Europa
centrale in tempi remoti. Cresce spontaneo come pure coltivato
in varietà migliorate per il frutto.
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Vite
Varietà
cultivar |
Le
varietà, oggi dominanti sono:
Frappato di Vittoria (a buccia nera). Ha la sua elettività nel
Vittorese, da cui il nome. Una volta a coltura estensiva si è
ormai ridotta a piccoli vigneti. Ciò a torto, perché quest’uva
produce vini di eccezionale finezza, struttura, profumo, ma
soprattutto per l'incredibile possibilità di invecchiamento se
adeguatamente vinificato. Il grappolo ha media struttura, a volte
compattissimo, ad acini relativamente grossi, dalla polpa succosa,
lievemente dolce appena inizia la maturazione e sempre più dolce
man mano che essa procede. I vini che ne derivano sono alcolici,
corposi, dal particolare aroma.
Calabrese. Vitigno molto produttivo, ha frutto a grappolo
allungato, molto compatto, acino dal colore rosso–bluastro,
pruinoso, molto zuccherino. Il vino che se ne ricava ha ottima
alcolicità, colore e profumo. Se quest'uva è mescolata con altre
tipiche, si hanno vini decisamente superiori.
Grossonero. Un tempo presente in buona misura nei vigneti, era
considerata sia uva da mensa, per via dei suoi acini grossi,
carnosi, dolci e gustosi, sia uva da vino, per la sua resa
ottimale, è infatti ricchissima di glicerina. Oggi la sua
produzione è scarsa. |
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Produzione |
Superficie
di produzione: 3.298 ettari. Quintali prodotti: 298.891. |
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Utilizzo |
Sia
l’uva Frappato di Vittoria, che il Vitigno Calabrese, concorrono
alla produzione del Cerasuolo di Vittoria, per questo vino Doc è
tollerata la presenza del Grossonero, fino a un massimo del 10%
rispetto al totale. |
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Storia,
curiosità e particolarità |
Un
tempo erano numerosissime le varietà delle uve da vino coltivate,
sia a buccia nera che bianca: dopo le distruzioni della filossera
e quindi con i nuovi impianti, si innestarono nuove varietà con
l'intento di trovare la qualità più adatta al territorio, per
avere vini più ricchi di profumi. e gusto. |
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RACINA
Vitis vinifera L Famiglia
delle Vitaceae
Foglie : |
decidue,
semplici, 3-5 lobi, sul nodo opposto alla foglia si origina un
viticcio che serve alla pianta ad aggrapparsi ad un
sostegno. |
Fiori : |
ermafroditi
, di colore verdastro, poco appariscenti, fioritura a mag/giu |
Frutti : |
grappoli
portanti bacche(acini) differenti a seconda della varietà
e maturazione da sett. a ott. |
Portamento: |
|
Ampiamente coltivata in Italia per la produzione dell' uva che
può essere bianca o nera. Si distinguono poi uve da tavola ad
acini grandi e polposi e buccia sottile ed uve per vinificazione
ad acini più piccoli e compatti. Per rafforzare le varietà dal
parassita "fillossera" queste vengono spesso innestate
sulla cosidetta "Vite americana" . L' uva viene anche
molto apprezzata se seccata; a questo scopo si utilizza l' uva
sultanina , caratterizzata da acini privi di semi e molto dolci.
|
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Pesco
Varietà
cultivar |
Le
varietà più pregiate sono quelle a maturazione media tardiva
(luglio - settembre), con frutti grossi, polpa gialla, molta
succosa e profumata. |
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Produzione |
attualmente
coltivata in tutta l’Italia e la sua produzione è indirizzata
sia al mercato del fresco che all’industria della
trasformazione. |
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Storia,
curiosità e particolarità |
Confucio
nelle sue “Prescrizioni” attesta che la fioritura del
“Tao”, ovvero del pesco (Prunus Persica Stokes), conosciuta
dai cinesi sin dal X secolo a.C., era considerata come simbolo di
rinnovamento, di giovinezza e di amore fugace.
Il pesco della Cina si diffuse in tutto l’Oriente e nel
Mediterraneo, dove i greci e i romani lo propagarono
capillarmente. |
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Uso
gastronomico |
Una
gustosa consuetudine, tutta isolana, è quella di aromatizzare il
vino con i pezzi di polpa di Pesca matura. Pesche in scatola,
conserve, gelatine e succhi di frutta.
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SBERGIA
Prunus persica (L.) Famiglia delle Rosaceae
Foglie : |
decidue,
semplici a lamina stretta, margine seghettato
|
Fiori : |
ermafroditi,
generalmente singoli, di colore rosa o bianco-rosa, fioritura ad
aprile
|
Frutti : |
drupa di
diametro e colore variabile a seconda della varietà
.
All' interno è presente un nocciolo corrugato che contiene una
mandorla |
Portamento: |
raggiunge
altezze che vanno dai 3 ai 7 m |
Originario
della Cina fu introdotto moltissimi secoli orsono in altre
regioni asiatiche (la Persia da cui deriva il nome)e
successivamente diffuso in Europa. Questa rosacea è coltivata
per il frutto in molteplici varietà, anche se le più diffuse
sono la P. gialla(60%), la P. nettarina(30%), la P. bianca(10%).
Da sottolineare che attualmente l' Italia è il 2° produttore
mondiale dopo gli Stati Uniti .
A scopo ornamentale è da ricordare il "pesco da
fiore" coltivata per la bellezza della fioritura a fiori
doppi o semidoppi di colore rosa-rosso, la cui fioritura avviene
a marzo/aprile |
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Ulivo
|
ULIVU
Olea europea L. Famiglia delle Oleaceae
Foglie : |
persistenti,
coriacee, ellittico-lanceolate, la pagina inf. bianco-argentata |
Fiori : |
bianco-giallini
in pannocchie ascellari, fioritura apr/mag
|
Frutti : |
drupe
ovoidali
|
Portamento: |
il tronco è
tipicamente sinuoso e nodoso, con l' età si divide e diventa
cavo, arriva a 10 m di altezza |
Dell'
Olea europaea occorre innanzitutto distinguere due sottospecie:
u>Olea europaea oleaster conosciuto con il nome volgare di
Oleastro che rappresenta la pianta selvatica e l' Olea
europaeo sativa conosciuto con il nome volgare di Olivoe
rappresenta la pianta coltivata.
L'Oleastro è caratterizzato da un portamento per lo più
arbustivo, da rametti a volte quadrangolari forniti di spine .
Le foglie sono di dimensioni ridotte; nei giovani arbusti le
lamine fogliari sono ovali, mentre nelle piante adulte sono
lanceolate. La drupa è di piccole dimensioni (1 -2 centimetri).
L'Oleastro è diffuso lungo i litorali, si consocia soprattutto
con il Carrubo, creando delle macchie che sostituiscono
il Leccio nelle fasce climatiche più calde. Riveste quindi un
grosso interesse dal punto di vista paesaggistico e non si deve
confondere con l' Olivastro (Phillyrea latifolia) al
quale assomiglia. L'Oleastro è inoltre molto longevo ed a lenta
crescita, entra nella fascia più termofila della macchia
mediterranea, prediligendo terreni argillosi a reazione neutra
od alcalina. Non teme la siccità, ma non sopporta il gelo.
L' Olivo è invece caratterizzato da un portamento
arboreo, con rametti cilindrici e senza spine. Le foghe sono
lanceolate e la drupa ha il mesocarpo molto polposo e ricco
d'olio. Viene coltivato intensamente e si può spingere a
latitudini leggermente più elevate dell' Oleastro, ma
caratterizzate comunque da un clima mite. Nelle zone interne con
clima continentale abbastanza rigido può essere coltivato ad
esclusivo scopo ornamentale in vaso o interrato in luoghi
estremamente riparati e con particolari microclimì miti. In
questo caso manterrà portamento arbustivo e dirnensioni
contenute. L' Olivo viene coltivato per la produzione della
drupa (oliva) . Il legno, molto apprezzato, duro,robusto e di
colore bruno rossastro, si presta all'impiego in falegnarneria
ed alla produzione di piccoli oggetti di artigianato e come
parquet.
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NOCE
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LA NUCI
Il noce (Juglans regia L.) è una pianta originaria dell'Asia
(pendici dell'Himalaya), introdotta in Europa in epoca antichissima per
i suoi frutti eduli.
Diffusa in tutto il mondo, in Italia la coltura della noce da frutto, in
genere promiscua, ha una certa rilevanza solo in Campania.
Il noce può essere coltivato anche per la produzione di legno o per
entrambi gli scopi. Il noce è un albero vigoroso, caratterizzato da
tronco solido, alto, diritto, portamento maestoso; presenta radice
robusta e fittonante.
Le foglie sono caduche, composte, alterne (formate da 5-7-9 e, più
raramente, 11 foglioline
È una pianta monoica in cui i fiori maschili sono riuniti in amenti
penduli, lunghi 10-15 cm, con numerosi stami, che appaiono sui rami
dell'anno precedente prima della comparsa delle foglie.
I fiori unisessuali femminili schiudono da gemme miste dopo quelli
maschili (proterandria), sono solitari o riuniti in gruppi di 2-3,
raramente 4, appaiono sui nuovi germogli dell'anno, contemporaneamente
alle foglie. Il frutto è una drupa, composta dall'esocarpo (mallo)
carnoso, fibroso, annerisce a maturità e libera l'endocarpo legnoso,
cioè la noce vera e propria, costituita da due valve che racchiudono il
gheriglio con elevato contenuto in lipidi.
Limiti pedoclimatici: sensibile ai ristagni idrici e stress idrici
conseguenti a terreni sciolti; non tollera i terreni pesanti, asfittici,
mentre resiste anche ad elevato tenore in calcare. Teme gli eccessi
termici (caldo e freddo).
Il legno è molto pregiato, duro, compatto, resistente e di facile
lavorazione.
Prima di essere posti in commercio, i frutti devono essere sottoposti a:
- smallatura, per evitare l'annerimento del guscio;
- lavaggio, per eliminare ogni residuo del mallo;
- imbiancatura con anidride solforosa;
- essiccazione graduale allo scopo di abbassare l'umidità al
4-5%;
- selezione, calibratura e confezionamento;
- è possibile la conservazione a 0°C con UR di 60-75% sicura
contro l’irrancidimento.
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Carrubo
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CARRUBBU
Ceratonia siliqua L. Famiglie delle Leguminosae
Foglie : |
sempreverdi,
paripennate, composte da 2-5 paia di foglie, ovate, coriacee,
inserzione: alterna |
Fiori : |
esistono sia
esemplari a fiori ermafroditi che a fiori unisessuali, di
piccole dimensioni, colore verde-giallastro, riuniti in
grappoli, fioritura da fine primavera ad fine autunno. (fiore
femm.)
(fiore masch.) |
Frutti : |
legumi
nerastri, commestibili
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Portamento: |
alt.: sino a
10 m |
La
forma allungata dei baccelli, spessi e bruni, ha dato il nome al
genere, dal greco keras, corno. La pianta probabilmente
è originaria dell'Asia Minore, da dove si è diffusa a tutto il
bacino dei Mediterraneo, grazie alla coltivazione praticata fin
da tempi remoti. Il carrubo è coltivato lungo i litorali, su
suoli calcarei, ingrati, sui pendii assolati fino a 600 m di
altitudine. Pianta eliofila, tollerante del caldo e dell'aridità,
viene utilizzata anche per proteggere e valorizzare terreni
poveri e sassosi. Si utilizzano i frutti, detti carrube, che
sono dei legumi indeiscenti, carnosi, eduli, come mangime per
gli animali. Corteccia e foglie contengono tannini. Il legno, di
color rosa-porporino, molto venato, può essere usato per lavori
di tornitura. |
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