Or vi racconto quel che succedeva
per Santa Lucia che onori aveva
in quel paese Montedoro chiamato
della Sicilia nel centro posato.
Tutti i bambini, di gioia animati,
correndo in giro per le contrade
cercavano paglia per fare un falò
per ricordare che gli occhi donò.
Girando intorno per tutti i quartieri
empivano sacchi, secchi e panieri,
e li portavano in mezzo alla via
che una montagna a tutti appariva.
E quando il buio calava, già sera,
che manco la luce in paese c’era,
allora la paglia faceva una vampa
che andava in cielo sempre più tanta.
E tutti i bimbi, piccoli e anziani,
girando intorno tenendo le mani,
cantavano in coro empiendo la via
pregando la santa di nome Lucia.
Per tutta la notte duravan le danze,
finché la paglia lanciava vampe,
poi il silenzio calava per via
e finiva la festa per santa Lucia.
Si dice che i santi ti fanno la grazia
basta che tu la domandi e ringrazi;
ma la grazia non fece alla poverella
che a tredici anni ancor gioca e saltella.
Giocava meschina davanti le porte
ma una mano fetente le diede la morte:
e fu grande strazio per tutta la gente
piangendo la fine di quell’innocente.
Ora un cipresso a te dona conforto,
un freddo marmo cela il gran torto;
una mano amica ti porta un bel fiore
segno che rende a te amore e onore.
E quando ci penso mi viene tristezza,
il viso ricordo con gran tenerezza.
Per chi non lo sa si chiamava Lucia
e allegra giocava e correva per via.