E' GIUSTO?
E' giusto annientare un popolo a cannonate?
E' giusto fare a pezzi innocenti bambini
nati a dispetto nel posto sbagliato?
E' giusto negare una patria al popolo palestinese
solo perché l'occidente, miope ed arrogante,
ha destinato una terra, non sua, agli ebrei errabondi,
per placare i propri sensi di colpa?
E' giusto avere armato fino ai denti gli ebrei
che giorno dopo giorno rosicchiano terra ai vicini,
e li tengono in ostaggio come animali in gabbia?
E' giusto sparare da terra, dal mare e dall'aria
su inermi, per bloccare dei razzi di carta,
segno di disperazione ed esasperazione infinita?
Già, l'occidente! Satollo e panciuto deve farsi perdonare
il cosiddetto "olocausto" con un altro olocausto,
solidale coi tristi becchini, infami aguzzini.
Permette ed approva che un popolo resti affamato,
racchiuso tra miserabili mura in cemento,
novella Berlino o ghetto d'infame memoria,
e che criminali, a cannonate,
annientino la gente rinchiusa in cantina.
Una camera a gas indolore e veloce:
troppo veloce, per imprimere i numeri a fuoco.
E la chiamano giustizia! E parlano, parlano.
Fanno risoluzioni, mai fatte applicare, sempre ignorate.
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Bush invade, spara,
impicca Saddam,
con plausi infiniti dei pusillanimi soci europei;
ma ora può fare mea culpa, può dire ho sbagliato,
solo ora che non conta più nulla.
I soci son muti, tra le gambe la coda.
E Sabra e Shatila? Nessuno più ricorda il massacro?
Quanti furono i morti? Cento, mille, duemila?
Di che erano i carri che accerchiavano il campo?
Chi sparò all'impazzata, se non cristiani ed ebrei,
in nome dell'unico dio, con preghiere blasfeme?
Un altro olocausto dovuto a riscatto del primo?
Se il primo olocausto fu per mano di un pazzo,
il secondo, che dura da lustri,
avviene con lucida mente e disegno preciso
per mano di un folle occidente.
Che io chiamo vergognosa e spietata vendetta,
in nome di non so quale dio.
So solo che un ricciolo ondeggia su un carro,
a espiazione di ancestrali peccati,
in una mano la bibbia, nell'altra il grilletto:
e spara, invocando a giustizia la morte.
Di un bimbo, nemico, che ignaro
esplode sul prato in mano un pallone,
ed un sogno nel piccolo cuore.
Federico |