OH BEI! OH BEI!

Che bello! Che bello! Era l’esclamzione di meraviglia
dei milanesi di fronte alla merce esposta sui banchetti
del mercato che si teneva ,e si tiene ancora, il giorno di
S.Ambrogio, nella piazza antistane la chiesa omonina.


A Sant'Ambrogio oggi è festa grande,
tutta la piazza e le sue vie eleganti
piene di gente e tante bancarelle
che è un problema muoversi tra quelle.

La gente spinge e cerca di avanzare
per la gran fretta che ha di comperare,
fiori e monili, camicie e caldarroste,
mangia frittelle, pannocchie e paste.

E per aria tanti palloncini colorati
sono la gioia di bambini e innamorati,
che mentre osservano ogni loro evoluzione,
si scambiano d'amore qualche effusione.

I venditori per attirare a sé la gente
urlano slogan dall'effetto convincente,
ma dopo quattro giorni sono stanchi
e non vedon l'ora di smontare i banchi.

Una volta si sentivan tra i bagordi,
solo voci milanesi, al più lombarde,
ma oggi c'è una grande confusione,
venditori e acquirenti parlan terrone.

Di porta Cicca i bambini, in altri tempi,
gridavan: "Oh bei! Oh bei!" tutti contenti,
ma oggi danno retta ai venditori soddisfatti:
"Chiancìti piccirìddi, ca la mamma vi l'accatta!".

Chissà se quell'Ambrogio che lì riposa
sopporta quella festa così chiassosa:
o forse un giorno stanco del frastuono,
caccerà via tutti col suo gran bastone.