In seguito all’incarico conferitogli dalla S.V. colla lettera
segnata in margine, lo scrivente si fece premura d’inviare a Montedoro
uno degli Aiutanti Ingegneri addetti a questo ufficio per esaminare
quanto vi fosse di fondato nel reclamo del Sig. Giorgio Caico e riferire
in proposito.
In data 1° Marzo l’Aiutante suddetto rassegnava il suo rapporto,
le conclusioni del quale vennero pienamente confermate da una seconda
visita che lo scrivente stesso eseguì in Montedoro nel giorno 3
corrente in presenza dei due interessati Signori Giorgio e Cesare Caico.
Dal ripetuto esame eseguito risulta quanto segue:
I calcheroni in cui il Sig. Cesare Caico sta attualmente fondendo il
minerale estratto dalla sua solfara trovansi in una zona di terra
compresa fra due strisce di terreno appartenente al Sig. Giorgio Caico.
Sia per diritto di comproprietà, sia per ragioni di amichevoli
accordi fra i proprietari, il Sig. Cesare Caico, mancando di spazio
esclusivamente proprio aveva scaricato finora i ginesi in quella
porzione della proprietà di Giorgio Caico, che trovasi al sud dei
calcheroni stessi. Per tale fatto la proprietà medesima trovasi ora
ricoperta quasi per intero da uno strato di ginesi, che ha uno spessore
più o meno considerevole a seconda dell’ondulazione del suolo
naturale. In due soli piccoli strati può osservarsi allo scoperto la
terra vegetale, ma incolta e solo verdeggiante per poche erbe.
In condizioni analoghe trovasi la stessa zona o lenza di terreno che
il sig Giorgio Caico possiede a nord dei calcheroni di Cesare Caico:
essa in parte è occupata da ginesi o da cataste di minerale, in parte
è completamente sterile.
Per quanto i limiti fra le due proprietà non siano ben definiti,
(che anzi sorsero ultimamente questioni a questo riguardo), pure dalle
vaghe indicazioni ottenute si può ritenere, che i calcheroni di Cesare
Caico trovansi pressoché al limite verso sud della proprietà , mentre
distano 30 a 40 metri dal limite nord. Per conseguenza qualora le terre
confinanti che appartengono al sig. Giorgio Caico fossero coltivate, o
seminate, il sig Cesare Caico si troverebbe in contravvenzione al
disposto degli articoli 14 e 13 del Regolamento 31 Gennaio 1851. Siccome
però la proprietà del Sig Giorgio Caico non solo non è bonificata
come pretendesi nel ricorso cennato in margine, ma, essendo in grande
parte e da lungi coperta di ginesi, non è suscettibile d’essere tanto
facilmente ripristinata allo stato di terra coltivabile, e così non
pare allo scrivente che possa ammettersi essere caduto il Sig. Cesare
Caico nella detta contravvenzione, giacché i citati articoli 14 e 15
del Regolamento fanno espressa menzione di colti e terre seminatorie ,
ed a queste due categorie non appartengono certo i ginesi ossia i
residui della fusione dei calcheroni.
Opponeva il Sig. Giorgio Caico, che, essendo cessati gli amichevoli
accordi fra lui ed il Sig. Cesare, ei non voleva più permettergli non
solo di gettare ginesi nella sua proprietà , ma neppure di fondere
oltre il tempo fissato dall’art. 15 del Regolamento: quindi intendeva
riattare alla coltivazione agricola la sua proprietà, ed in prova di
ciò fece piantare nei ginesi stessi, ed a pochi metri innanzi ai
calcaroni del Sig. Cesare Caico, qualche decina di foglie (pale) di fico
d’India, aggiungendo che all’uopo ei farebbe trasportare sui ginesi
la terra coltivabile, ove ciò fosse necessario.
Senza entrare a discutere le intenzioni del Sig. Giorgio Caico, lo
scrivente si diede ad esaminare il fatto, e crede di aver potuto
constatare indubbiamente, che le foglie di fico d’India furono
piantate nei ginesi, (in cui non si sa d’altronde come potranno
mettere radice e vegetare), da pochissimo tempo e soltanto per avere un
pretesto, in verità poco serio , onde insinuare il già citata ricorso.
A questo proposito anzi lo scrivente non può a meno d’osservare
quanto un tal modo di procedere sia sconveniente anche per riguardo ai
pubblici funzionari, che si vorrebbero così indirettamente far
intervenire nelle private querele.
Da tutto quanto sopra si è detto risulta ben chiaro e certo che i
terreni appartenenti al Sig. Giorgio Caico e confinanti colla solfara di
Cesare Caico sono attualmente incolti completamente, e che quindi il
Sig. Cesare Caico non contravvenne agli art. 14 e 15 del Regolamento 30
Gennaio 1851 continuando la fusione oltre il 31 Dicembre dello stesso
anno.
L’Ing delle Miniere del Distr.to