LO ZIMBELLO


Da quando l'universo vide luce
esiste un dualismo di natura:
la stella grande e bella che sperluce
e il brutto buco nero da paura.

Nel mondo ch'è abitato dagli umani
c'è pure un dualismo da millenni:
il forte dai poteri quasi immani
sovrasta col suo peso i poverelli.

Se poi si crede bello più che adone
e ride a dismisura a bocca aperta,
connubio micidiale al nandrolone:
di Dio si crederà anima scelta,

vedendo l'universo ed il creato
omaggio di suo padre mai defunto,
che lo mandò dal cielo giù beato
di resine speciali e d'olio unto.

E stampa lire e marchi la sua zecca,
in cielo, mica in terra, essa è ubicata;
chi fumo nero vede egli già pecca
la nube intorno a lui è un'incensata.

E come processione lenta avanza
appresso al baldacchino salmodiando,
e il prete in paramenti d'esultanza
incensa la reliquia di quel santo,

così si crede al centro d'attenzione
il nostro beneamato presidente,
col ghigno da sembrare uno stregone
ti dice che sei proprio un buono a niente.

Lui sì che ha fatto affari a dismisura
seguendo la sua legge personale,
lottando i comunisti con bravura
lontano dalla mafia nazionale!

Adesso che l'Italia è tutta sua
e gira per il mondo tra i potenti,
ricorda il suo mestiere, quando a prua
diceva barzellette sotto i denti.

E spiega ai presidenti lì adunati
che come don Chisciotte della Mancia
distrutto ha i comunisti ed alleati
temendo di gonfiar la loro pancia.

Sentendo i convitati che sfiatava
dicevan d'esser quello il vero artista;
e l'uno l'altro amico minacciava:
"A Silvio dico d'esser comunista!".