Il Presepe
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Il termine presepe (o presepio) deriva dal latino praesaepe,
cioè greppia, mangiatoia, composto da prae = innanzi e saepes
= recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto. Nel significato comune il
presepe indica la scena della nascita di Cristo, derivata dalle sacre
rappresentazioni medievali.
Il presepe antico
Per comprendere il significato originario del presepe, occorre
chiarire la figura del lari (lares
familiares), profondamente radicata nella cultura etrusca e latina.
I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane,
vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva
rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata Sigillum
(da signum = segno, effigie, immagine).
Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari
occasioni, onorate con l'accensione di una fiammella.
In prossimità del Natale si svolgeva la festa detta Sigillaria (20
dicembre) durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla
dei familiari defunti durante l'anno.
In attesa del Natale, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa
patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro
fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente
bucolico in miniatura.
Nella vigilia del Natale, dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si
riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e
vino.
Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli
e dolci, "portati" dai loro trapassati nonni e bisnonni.
Dopo l'assunzione del potere nell'impero (IV secolo), in pochi secoli i
cristiani tramutarono le feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone
i riti e le date, ma mutando i nomi ed i significati religiosi.
Essendo una tradizione molto antica e particolarmente sentita (perché
rivolta al ricordo dei familiari defunti), il presepe sopravvisse
nella cultura rurale con il significato originario almeno fino al XV secolo
e, in alcune regioni italiane, ben oltre.
Il presepe moderno
Solitamente questa locuzione viene usata per la ricostruzione tradizionale
della natività di Gesù Cristo durante il periodo natalizio.
Si riproducono tutti i personaggi e i posti della tradizione, dalla grotta alle
stelle, dai re Magi ai pastori, dal bue e l'asinello agli agnelli, e così via.
La rappresentazione può essere sia vivente che iconografica.
I presepi popolari più conosciuti sono quelli di San Gregorio Armeno a Napoli.
Evoluzione del presepe
moderno
La tradizione, tutta italiana, del Presepe risale all'epoca di San
Francesco d'Assisi che nel 1223
realizzò a Greccio la prima
rappresentazione vivente della Natività.
Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni della
nascita del Cristo, queste non erano altro che "sacre
rappresentazioni" delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale.
Per i primi veri presepi dobbiamo aspettare il XV
secolo quando si diffuse l'usanza di collocare nelle chiese grandi statue
permanentemente, tradizione che si diffuse anche per tutto il XVI
secolo. Uno dei più antichi, tuttora esistenti, è il presepe monumentale
della Basilica
di Santo Stefano a Bologna,
che viene allestito ogni anno per Natale.
Dal XVII secolo il
presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di
"soprammobili" o di vere e proprie cappelle in miniatura anche grazie
all'invito del papa durante il Concilio
di Trento poiché ammirava la sua capacità di trasmettere la fede in modo
semplice e vicino al sentire popolare. Nel XVIII
secolo, addirittura, a Napoli
si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il
presepe più bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione
intere camere dei loro appartamenti ricoprendo le statue di capi finissimi di
tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Nello stesso secolo a
Bologna, altra città italiana che vanta un'antica tradizione presepistica,
venne istituita la Fiera di Santa Lucia quale mercato annuale delle statuine
prodotte dagli artigiani locali, che viene ripetuta ogni anno, ancora oggi, dopo
oltre due secoli.
Con i secoli successivi il presepe occupò anche gli appartamenti dei
borghesi e del popolino, ovviamente in maniera meno appariscente, resistendo
fino ai giorni nostri.
Origine delle ambientazioni
NATIVITA'
Molti ignorano che gran parte delle ambientazioni utilizzate nel presepe
derivano dai Vangeli
apocrifi e da arcane tradizioni dimenticate. I Vangeli
canonici infatti parlano della natività in modo molto vago tralasciando
molti particolari scenografici.
Tanto per citarne alcuni, il bue a l'asinello, simboli immancabili di ogni
presepe, derivano da un'antica profezia
di Isaia che dice "Il
bue ha riconosciuto il suo proprietario e l'asino la greppia del suo
padrone". Sebbene Isaia non si riferisse assolutamente alla nascita del
Cristo, l'immagine dei due animali venne utilizzata comunque come simbolo degli
ebrei (rappresentati dal bue) e dei pagani (rappresentati dall'asino).
Anche la stalla o la grotta
in cui Maria
e Giuseppe avrebbero dato
alla luce il Messia non compare nei Vangeli canonici: sebbene Luca
citi i pastori e la mangiatoia, nessuno dei quattro evangelisti parla
esplicitamente di una grotta o di una stalla. Anche quest'informazione arriva
dai Vangeli apocrifi. Tuttavia, l'immagine della grotta è un ricorrente simbolo
mistico e religioso per molti popoli soprattutto del settore mediorientale: del
resto si credeva che anche Mitra,
una divinità persiana venerata anche tra i soldati romani, fosse nato in una
grotta il 25 dicembre.
I Re Magi, invece,
derivano dal Vangelo
dell'infanzia armeno. In particolare, questo vangelo colma le lacune che
invece Matteo lascia
stagnanti, ovvero il numero e il nome di questi sapienti orientali: il vangelo
in questione fa i nomi di tre sacerdoti persiani: Melkon,
Gaspar
e Balthasar.
Così i re magi entrarono nel presepe, sia incarnando le ambientazioni esotiche
sia a simbolo delle tre popolazioni del mondo allora conosciuto, ovvero Europa,
Asia e Africa.
Tuttavia, alcuni aspetti derivano da tradizioni molto più recenti. Il presepe
napoletano, per esempio, aggiunge alla scena molti personaggi popolari,
osterie, commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi
palesemente anacronistici. Nel presepe
bolognese, invece, vengono aggiunti alcuni personaggi tipici, la Meraviglia,
il Dormiglione e, di recente, la Curiosa.
Aspetti commerciali e turistici
Da anni, ormai, vengono costruite ogni sorta di statuette per la
rappresentazione della nascita di Gesù: angeli, pastori, Re
Magi ed altri personaggi, creando così un vero e proprio business,
un mercato a livello mondiale. Di statuette se ne possono trovare di diversi
tipi, per dimensione, artista,
materiale e prezzo.
i presepi viventi, invece, se ne possono trovare rappresentazioni in tutta
Italia. Tra i più noti e visitati, quello di Massa
Lubrense (NA),
quello di Assisi e quello di Custonaci
in provincia di
Trapani.