Matrimonio con Isabella d’Inghilterra
(1235-1241)
Rimasto vedovo di Isabella di Brienne nel 1228,
Federico pensò di legare le sue sorti ad una potente casa straniera. E,
su suggerimento dello stesso pontefice Gregorio IX ,decise di unirsi in
matrimonio con Isabella, sorella del re d’Inghilterra Enrico III, al
quale mandò un’ambasciata tramite Pier delle Vigne, come rileva il
Breholles da una lettera spedita da Foggia il 15 novembre del 1234.
Scrive quindi una lettera al Pontefice il nove dicembre (salutem et
reverentiam filialem!), con la quale lo informa di avere mandato Pier
delle Vigne a chiedere la mano di Isabella, in base al suo paterno
consiglio, e lascia alla sua discrezione stabilire la giusta dote.
Matteo da Parigi, nella "Historia Maior Angliae",
così riferisce: "Nel mese di febbraio del 1235, vennero a
Westminster due frati dell’ordine teutonico con soldati ed altri
ambasciatori, mandati dall’Imperatore dei Romani, Federico II al re d’Inghilterra,
portando una lettera con l’aureo bollo, nella quale domandava in
isposa la sorella di quel monarca, Isabella. Arrivati al cospetto del
Re, il 23 febbraio, chiesero la risposta alla lettera, affinché
potessero prestamente darne notizia all’Imperatore, loro signore. Ma
quel monarca volle prima interrogare intorno a ciò i Vescovi e i Grandi
del suo regno, i quali, dopo avere accuratamente esaminata la cosa,
tutti di unanime accordo dopo il terzo giorno stabilirono che si desse
la donzella a Federico. E così il 27 febbraio Enrico III concesse agli
ambasciatori di vedere la futura sposa, mandando subito a chiamare
Isabella che, con grandissime cure, veniva custodita nella torre di
Londra. Prestamente e con grande rispetto fu condotta alla presenza
degli ambasciatori e di Enrico III a Westminster la fanciulla, che
allora aveva anni ventuno, di grande bellezza e graziosamente vestita
degli abiti reali. E quelli poiché ebbero alquanto contemplato il vago
volto dell’avvenente giovinetta, che giudicarono degnissima di
Federico, confermarono il matrimonio, giurando sull’anima di Federico,
a nome del quale offrirono alla fanciulla l’anello nuziale. Riferite
tali cose, per mezzo di fidi messi, all’Imperatore, questi, dopo le
feste di Pasqua, mandò in Inghilterra l’Arcivescovo di Colonia ed il
duca di Brabante con numeroso seguito di nobili uomini, perché con
grande onore conducessero a lui l’Imperatrice".
Grandissimi furono i preparativi, solenni le feste e
molto ricca la dote: "Quasi regias vel imperiales divitias excedere
videretur". Scrigni ripieni d’oro, collane finemente lavorate,
gioielli, vasellame d’oro e d’argento, e splendide le donazioni e
gli onori che Federico prometteva alla futura sposa. Dopo giorni di
feste e di giuochi, Isabella giunse a Colonia, dove prese alloggio nel
Palazzo Arcivescovile, osannata dalla popolazione.
Intanto Federico era alle prese col figlio Enrico,
reo di lesa maestà; dopo vari tentativi e ripensamenti, resosi
finalmente conto di trovarsi a mal partito ed abbandonato dai suoi
amici, nei primi giorni di luglio a Worms, si gettò ai piedi del padre
implorando perdono, in presenza di tutta la corte. Senza neppure
guardarlo, Federico lo rimproverò aspramente e lo fece trattenere in
custodia. Ma un tentativo di fuga fu la sua totale rovina. Nella dieta
di Mayence, il 15 Agosto, fu pronunciata la sua deposizione e la
traduzione nella fortezza di S. Felice in Puglia, dove morì nel
febbraio 1242. Alcuni credono sia stato rinchiuso nella fortezza di
Martorano di Calabria o in quella di Neocastro, e che sia morto suicida;
di certo la sua misera fine spiacque molto a Federico che volle fossero
fatti solenni funerali e fosse eretto un monumento marmoreo nella
cattedrale di Cosenza, dove fu sepolto. Sua moglie Margherita gli aveva
dato due figli, Federico ed Enrico: il primo visse poco tempo, l’altro
lo ritroviamo alla corte del nonno e al comando d’una armata
durante l’assedio di Parma.
Isabella rimase a Colonia circa sei settimane, dopo
di che, accompagnata dall’Arcivescovo di quella città, partì alla
volta di Worms dove s’incontrò con Federico. La donzella piacque
molto al sovrano che l’accolse con gioia, "supra modum sibi
placuit decoris, inspectis puellaris illam enim natura speciali quodam
studio decoraverat".
La domenica del 20 luglio 1235, alla presenza
di quattro re, undici duchi, trenta conti e marchesi ed un gran numero
di eminenti prelati, Federico celebrò solennemente a Worms il suo terzo
matrimonio con Isabella, mentre dieci anni prima aveva impedito che la
stessa si fidanzasse con suo figlio Enrico. Ligio alle credenze, volle
naturalmente consultare gli astrologi, ed ecco cosa ci racconta Matteo
da Parigi: "Nocte vero prima, qua concubuit Imperator cun ea,
noluit eam carnaliter cognoscere, donec, competens hora ab astrologis ei
nunciaretur. Consummata autem carnali commixtione, summo mane, deputavit
eam quasi praegnantem diligenti custodiae, dicens ei: custodi te
sapienter, quia habes in utero masculum!". Stando ai cronisti pare
si sia avverata la predizione di Federico, essendo nato un maschio
chiamato Giordano, vissuto però poco tempo. Di certo nel 1237
venne alla luce Margherita e l’anno successivo, a Ravenna,
nacque Enrico; secondo lo Cherrier, Isabella ebbe un’altra
figlia di nome Agnese.
Passati cinque giorni dalla fastosa cerimonia, gli
ospiti venuti dall’Inghilterra vi fecero ritorno colmi di doni.
Federico affidò quindi Isabella alla severa e rigidissima custodia
degli eunuchi, secondo il suo geloso costume.
Isabella sul finire del 1238 entrò in Italia,
dimorando prima a Ravenna e poi a Padova; quindi soggiornò per qualche
tempo a Parma, assieme a Federico, per poi ritirarsi ad Andria, nel
Regno, allora governato da Alessandro, figlio di Enrico.
Dopo la morte di Gregorio IX, Federico si recò in
Puglia, per la via di S. Germano e Benevento, ma l’attendeva una
grande tragedia. Isabella, nel dare alla luce una bambina, moriva
dolorosamente di parto, alla tenera età di ventisette anni. La notizia
si sparse in tutto il regno e soprattutto in Inghilterra, dov’era
conosciuta e stimata. Federico ordinò che fossero fatti solenni
funerali, che per un mese intero si celebrassero messe in suo suffragio,
e scriveva al capitano del regno: "…campanis quo deceat honore
pulsatis". Da Foggia la salma fu trasportata ad Andria e
sepolta nella cattedrale dov’era già stato deposto il corpo di
Iolanda di Brienne, morta anche lei di parto nell’aprile del 1228. Non
mancarono le polemiche sulle cause della morte di Isabella, così com’era
successo per la sua seconda moglie. Federico fu accusato di tenere
segregate per gelosia le sue mogli, anzi Innocenzo IV, dal Concilio di
Lione, gli rinfacciò di avere fatto castrare per precauzione le guardie
poste alla loro custodia.