Che tormento quella notte, mamma mia,sopraffatta dal terribile malore
che ogni alito di vita porta via
e ogni speme distrugge col dolore!
Sentivo i tuoi lamenti e le tue pene
lacerare il tuo corpo e la tua mente
ormai alla mercè di chi detiene
della notte e del dì ogni sorgente.
Un rosario la suora sciorinava
un crescendo di Ave, Pater, Gloria,
mentre la vita tua ormai spirava
e a me restava solo la memoria.
Un brivido scaldava le mie vene
il mio cuore un affanno corrodeva,
come bambino che paura tiene
quando al buio rimane e si dispera.
Mesto restai, affranto e a te vicino
a ricordare quei giorni ormai lontani
quando guidavi certa il mio cammino
sempre in affanno per il mio domani.
Ma la tua forza che un dì era valente
e che lontano fugava ogni timore
resterà dentro di me sempre presente
a perenne ricordo del tuo amore.