AL MINZAR E’ MONTEDORO  di Calogero Messana

     L’ITINERARIO ARABO-NORMANNO SUTERA-AGRIGENTO NEL LIBRO DI AL IDRISI

  
Abū ‘Abd Allāh Muhammad ibn Muhammad ibn ‘Abd Allah ibn Idrīs al-Siqillī (il Siciliano), detto anche Idrīsī, EdrisiEl Edrisi, Ibn Idris, Hedrisi o al-Idrīsī o, in latino, Dreses (in arabo أبو عبد الله محمد بن محمد ابن عبد الله بن إدريس الصقلي;  è stato un geografo e viaggiatore berbero. Fu invitato dal re Ruggero II di Sicilia a Palermo, dove realizzò una raccolta di carte geografiche. 

Dopo aver viaggiato per tutti i paesi del mar Mediterraneo, giunse in Sicilia e si stabilí a Palermo presso la corte normanna di re Ruggero II, intorno al 1145.

Nel 1154 realizzò un planisfero, inciso su una lastra d'argento, distrutto perché predato in occasione d'una sommossa contro il sovrano normanno Guglielmo I di Sicilia nel marzo 1161 e fuso. A questo s'accompagnava un famoso libro di geografia, Liber ad eorum delectationem qui terras peregrare studeant (Il sollazzo per chi si diletta di girare il mondo, Kitāb nuzhat al-mushtāq fī ikhtirāq al-āfāq), chiamato il libro di Ruggero (Kitāb Rugiār o Kitāb Rugiārī), finito verso il 1154 ed edito in 9 tomi in Italia, all'Istituto Universitario Orientale di Napoli (oggi Università degli studi di Napoli "L'Orientale") fra il 1970 e il 1984.

L'opera, che è un'eccezionale testimonianza della cultura geografica del XII secolo, mostra come le conoscenze geografiche d'Idrīsī travalicassero di gran lunga quelle dell'epoca e contiene tutte le informazioni raccolte nel corso dei suoi viaggi attraverso il Mediterraneo, nonché i resoconti dei viaggiatori siciliani.
Di lui ci resta anche un'opera farmacologica, De omnibus herbis. Morì in Sicilia nel 1165 circa

                                         Ceuta (Marocco) ~1099  -  Palermu? ~1165


  
 
percorso Google e distanze           percorso Google                                      percorso                 

Di recente ho avuto occasione di leggere l’interessante trattato dell’Ing. Angelo Cutaia di Racalmuto avente il titolo sopra riportato ( Itinerario etc).

Con riferimento al trattato di Al Idrisi, nella traduzione di Michele Amari (dall’arabo e dal francese) l’Ing. Cutaia fa un’ampia dissertazione sul periodo storico arabo-normanno, sulla viabilità di allora e quella attuale , sui toponimi arabi e loro deformazione e trascrizione nella nostra lingua.

A seguito di molte considerazioni fa un’ipotesi sulle località vistate e descritte nel viaggio: Sutir, Gardutah, Al Minzar, Al Qatta, Naru, Sabbuqah, Qalat an Nisa, M.Khan etc. attribuendo dei toponimi attuali.

Sutir è un punto notevole ed inconfondibile anche se non rimane traccia alcuna del castello, descritto nel viaggio, che si doveva trovare sulla sommità del Monte San Paolino. Nonostante ciò l’assonanza del nome con la moderna Sutera trova concordi tutti gli studiosi. Come noto l’abitato moderno si trova alla base della rupe e si è sviluppato in diversi quartieri dal nome derivato dall’arabo: rabbato, rabbatiaddru. Si può ipotizzare che la fortezza fosse in cima ed inespugnabile mentre nelle falde vi fosse la residenza delle popolazioni dedite alle attività produttive.

Gardutah: si trova a levante di Platanu e a mezzogiorno di Sutir da cui dista 9 miglia. E’ grosso casale ( non castello) ha orti alberi e molti terreni da seminare.

Fa pensare a un luogo pianeggiante e fertile e ricco d’acqua. L’ing. Cutaia lo pone a Gargilata per l’assonanza del nome ma io ritengo che si tratti di qualcuna delle robe di Milocca abitata fin da tempi remoti e che presenta le caratteristiche sopra descritte. Molti altri studiosi ne danno questa ubicazione. Coincide la direzione e la distanza da Sutir .

Nota
Se le distanze sono a volte opinabili, non c’era il contachilometri, le direzioni dovrebbero essere date con buona approssimazione : la bussola era nota agli arabi e chi poteva averne una se non Al Idrisi incaricato da Re Ruggiero di stendere un trattato di Geografia Universale ?

L’affidamento alle direzioni indicate da Al Idrisi ritengo sia di fondamentale importanza nella individuazione dei luoghi descritti e ne terrò conto nel tracciare i punti di riferimento sulla mappa allegata .

Ma continuiamo con la descrizione.

Al Minzar : luogo di incerta ubicazione. Alcuni lo pongono a Montedoro, chi al monte Castelluccio chi alla Sabbuggia chi a Serradifalco ed il Cutaia al Serrone di Racalmuto.

Il fatto che Minzar significa "sega" ovvero "serra" ( resegone del Manzoni) fa si che ognuno, per campanilismo o altro 
lo associ alla "serra" che si trova nel proprio territorio.

Ma il territorio siciliano è pieno di "serre" di tutti i tipi: da ragazzi facevamo la "guerra" tra "sirrara" e "pinninara", giusto per citare una storia vissuta. 
La parte alta di Montedoro era la serra in contrapposizione alla parte pianeggiante.
                 

Ma seguiamo le indicazioni di Idrisi: Minzar è castello in cima di un monte scosceso; è abitato e coltivato da’ naturali, ha molte terre da seminare e ridonda di produzioni.

Disgraziatamente vi è una lacuna nella indicazione della distanza e direzione in cui si trova Minzar rispetto a Gardutah. Per via indiretta vedremo che Minzar è a levante di Gardutah e 5 miglia di distanza.

L’attinenza del nome Minzar, Minzaur con Montis – aurei fa declinare una favorevole attinenza con l’attuale Montedoro. Il castello, per ipotesi, doveva trovarsi sul Monte Ottavio o sul Monte Croce, dove non ne rimane alcuna traccia, ma anche sul Monte San Paolino non rimane traccia del castello che  si da per certo esserci stato. In aggiunta, ai piedi del Monte Croce da un lato e dal MonteOttavio dall’altro sorgeva la masseria Balatazza, toponimo chiaramente arabo ( il piano …in contrapposizione al Minzar (alla Serra) ? ). Quale analogia con Sutera e con altri luoghi storici ! In alto la fortezza, nel piano le abitazioni e le attività produttive. Lo stesso vale per Racalmuto: in alto il Serrone in basso il Casale (Rahal) di Mohammed (Mut) e forse per Cazzola con il corrispettivo Vito Soldano.

Ma noi continuiamo a cercare dei castelli ( tale è la traduzione di Amari) ma ritengo sia più opportuno parlare di torri di avvistamento e segnalazioni luminose (in qualche posto è stata trovata la conca del fuoco) o di fumo: se cosi fosse la loro scomparsa non desterebbe molto stupore. La fortezza di Platano, che avrebbe avuto una fortificazione muraria lunga 1 miglio, è completamente scomparsa!

Al Qattah : Da Minzar ad Al Qatta 10 miglia verso mezzogiorno.

Seguendo le linee della viabilità descritta dall’Ing. Cutaia ci ritroviamo alla Serra di Cazzola.

Punto strategico notevole all’uscita del fiume Gallodoro nel ramo meridionale e posta a guardia dell’attuale statale SS122 (percorso della strada romana Catania-Agrigento). Dal questo punto si vede tutto il vallone verso nord e l’altopiano di Racalmuto fino al mare a sud-ovest. Punto di confluenza delle vie che da Licata-Naro vanno verso l’interno e verso ovest proseguono per Agrigento.

Molti studiosi, per primo lo stesso Amari, avevano individuato questo toponimo con Canicattì.

Da altre analisi si è visto che non poteva essere l’attuale abitato, ma spostato più a ovest, forse la Contrada Vito Soldano (Sultan), Passo d’Alì, che si trova nelle vicinanze di Cazzola ad alcuni chilometri a ovest del paese. Non certo vicino Favara come sostiene l’Ing. Cutaia. Tra l’altro l’assonanza tra Al Qatta’ e Cazzo’ (la) richiede un più approfondito studio etimologico.

Da Al Qattah ad Agrigento 12 miglia per ponente.

Fin qui il percorso che ci riguarda da vicino, ma continuando la descrizione di altri luoghi seguiti nel percorso del geografo ritroviamo i seguenti riferimenti:

Da Girgenti a Naru 12 miglia per levante ;

Da Girgenti a Minzar 18 miglia tra levante e tramontana;

Da Naru ad Al Qattah 10 miglia per settentrione;

Da Naru ad As Sabuqah 12 miglia per levante;

Da Al Qattah ad As Sabuqah 12 miglia per levante;

Da Al Minsar ad Sabuqah 11 miglia tra mezzogiorno e levante;

Da Sabuqah a Qal at an Nisa 12 miglia su la via di Girgenti;

Da Naru a Qal at an Nisa 21 miglia tra levante e tramontana;

Da M.kahn a Qal at an Nisa 15 miglia tra mezzogiorno e levante ;

Da M. Khan a Sutera 15 miglia verso ponente;

Il totale del percorso tra Sutir e Girgenti assomma ad una giornata grande,ovvero 36 miglia.

Se riportiamo tutti questi dati incrociati tra loro sulla pianta del nostro territorio abbiamo le presunte località odierne.

Gardutha, a 9 miglia da Sutera, seguendo l’itinerario Sutera –Campofranco-Ponte Romano e risalendo la collina , ci ritroviamo vicino al cimitero di Milocca, ovvero al vecchio Monastero di San Martino.

Proseguendo sulla trazzera per Bompensiere e risalendo la collina di Montedoro si giunge alla Balatazza dopo 5 miglia.

Siamo al Minzar; la strada prosegue lunga la costa della c.da Montagna, supera il bivio di Bellanova 
(Bellanubi ? - Masseria Villanuova) e in corrispondenza di Gibellini s’inerpica sulla montagna del Castelluccio e ridiscende verso la serra di Cazzola ( Al Qattah ?), totale 10 miglia.

Da Cazzola lungo la via Romana per Girgenti 12 Miglia.

A sostegno di questa descrizione ritengo importanti le distanze e direzioni tra:

Girgenti e Minzar 18 miglia tra levante e tramontana.

Naru e Qal at an Nisa 21 miglia tra levante e tramontana.

Questi itinerari non sono percorsi in modo diretto da Idrisi poiché il percorso da Minzar a Girgenti passa da Al Qatta (deviazione) con un percorso di 10 + 12 miglia; la via diretta che doveva esistere (sulle carte di Idrisi) è più breve e doveva passare per Racalmuto.

L’altra triangolazione tra Naru –Sabuqah – Qal at an Nisa 12 + 12 mentre la via diretta tra Naru e Qal at an Nisa è di 21 miglia .

La distanza tra Girgenti e Minzar corrisponde alle 18 miglia indicate da Al Idris seguendo la strada Montedoro- Racalmuto- Agrigento !

Il percorso da Naro a Caltanissetta , passante per Delia, Ramilia, Cozzo di Naro è di circa 22 miglia, rispetto ai 21 indicati da Idris.

La spezzata che unisce Naro a Sabuqah e Sabuqah a Caltanissetta di 24 Miglia doveva passare vicino di Sommatino ( Mole di Draffù).

A questo proposito si è creata una notevole confusione tra Sabuqah , Darfudì e Qarqudì.

Dalle distanze e incroci sembra che Idrisi sia incorso in un errore di sostituzione tra la nostra Sabbuggia ( vedi sul Sito "Una passeggiata alla Sabbugia")  e la Mole di Draffù (Darfudì ).

Se così fosse tutto quadrerebbe alla perfezione.

In conclusione ritengo non vi sia alcuna discordanza tra le notizie di Idris e i dati riportati sulla carta, da cui si deduce che Gardutah sia uno dei Casali di Milocca, in cui già da tempo esistevano molti fabbricati; Al Minzar sia da porre nella serra di Montedoro, mentre Al Qattah alla Serra di Cazzola e, fuori dal percorso che ci riguarda, anche Sabuqah sarebbe da sostituire con Daffrù.

In aggiunta: dal Monte Ottavio è visibile direttamente la Serra di Cazzola e da Cazzola si vede tutto il Vallone fino a M.Kahn (valle inferno vicino Marianopoli) ma non Sutera . Dall’altro versante vi vede il Monte Caltafaraci, sopra Favara, e Agrigento.

Quindi la linea di comunicazione a vista era : Sutera, Minzar, Al Qattah e Girgenti.

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A proposito di Cazzola lo zio Calogero Alfano mi ha dettato due versi :

Di luntano vitti a Cazzola
Firriatiaddru di tanti ripari

Ad indicare che era un luogo ospitale. Esistono maestosi ruderi della masseria ben visibili passando per la SS640 per Agrigento e oggi , 1 Luglio 2009, sono stato a fare alcune foto da vicino. 
Ho trovato altri visitatori incuriositi come me da queste rovine. 
  


                                                       Le rovine di Serra Cazzola