LA FERROVIA DI MONTEDORO
Nelle Memorie di Giovanni Petix viene trattata ampiamente la vicenda
della ferrovia di Montedoro.
A far finalmente ampia luce sulla vicenda è sopraggiunto un
documento del 1870 , datomi cortesemente da Pietro Petix , fatto
stampare dal Comune di Montedoro e ispirato certamente da Cesare
Caico , che contiene un’ampia disamina delle vicende dell’epoca.
A quella data esistevano gia alcune linee ferrate : la Caltanissetta
– Licata , la Girgenti –Palermo , la Catania –Caltanissetta
Xirbi .
Primitivo impegno dei governi , appena fatto lo sbarco del Mille
(Dittatura Garibaldina) , fu quello di creare una rete ferroviaria in
Sicilia . Il principio doveva essere quello di servire l’area delle
miniere di zolfo , principale attività economica dell’epoca , che da
Palermo passasse per il bacino di Lercara , procedesse verso la Valle
del Platani e collegasse tutti centri del Nisseno ( allora non esisteva
la provincia di Enna ) da Campofranco a Leonforte e proseguisse fino al
porto di Catania per congiungersi con la costiera fino a Messina .
Era la linea Palermo –Messina , spina dorsale delle
comunicazioni regionali.
Si iniziò con la costruzione delle linee sopra citate , ma ancora
nel 1870 rimaneva aperto il problema fondamentale della connessione tra
la linea di Catania fino a Caltanissetta e quella del lato ovest da
Agrigento a Palermo per completare la connessione Palermo-Catania .
Il progetto originale era quello di attraversare tutta la valle del
fiume Salito da Xirbi fino a Campofranco .
Ad avversare tali ipotesi emersero la posizione della Camera di
Commercio di Girgenti , e quella di Caltanissetta , capofila Montedoro ,
con amministrazione dei Caico in stretti rapporti col Governo dell’epoca
.
Il libello di 32 pagine e una pianta di appendice , cerca di smontare
le posizioni della Camera di Commercio di Agrigento che proponeva una
connessione tra Canicatti’ ed Aragona Caldare ( linea delle Caldare)
imperniando l’opposizione sul fatto che Girgenti era
"periferia" mentre il centro assoluto era Caltanissetta ed i
Comuni della sua provincia (Montedoro in testa !) . La linea delle
Caldare avrebbe allungato il percorso per Palermo di molti chilometri
con dispendio di tempo ed energie ( si tende anche a dimostrare che il
saliscendi della linea delle Caldare costituiva una spreco ) mentre la variante
di Montedoro (dalla stazione di Serradifalco verso il Gallodoro fino
a Campofranco ) avrebbe costituito il percorso ottimale : pendenza
costante , terreni forniti di acque dolci , terreni solidi , percorso
più breve degli altri etc. etc.
La linea del Salito di contro traversava un territorio
inospitale su terreni poco stabili e senza alcun centro abitato da
attraversare .
Si sa come ando’ a finire : con i lavori sulla linea di Montedoro
già iniziati , cadde il Governo vicino ai Caico , e i favori caddero
sulla linea delle Caldare . In realtà la tratta delle Caldare serviva
da congiunzione tra Agrigento e Catania e rimaneva aperto il problema
della connessione più breve verso Palermo .Ostacolo principale il
traforo del Monte Chibbò che avrebbe aperto la direttrice di Vallelunga
e del fiume Torto .
Su Wilkipedia ho trovato la nota che segue :
La Galleria di Marianopoli è un lungo tunnel
ferroviario, a semplice binario, posto tra la stazione di Marianopoli
e quella di Mimiani-San
Cataldo in Provincia
di Caltanissetta, della Ferrovia
Palermo-Catania, in Sicilia
.
La Ferrovia
Palermo-Catania a causa del percorso, difficile per la presenza
di varie catene montuose,
ha avuta la necessità di costruire varie gallerie di attraversamento e
di valico. La scelta operata nel 1877,
dopo anni di diatribe e polemiche, del tracciato detto di Vallelunga
per la congiunzione delle tratte ferroviarie costruite in precedenza ha
determinato la necessità della sua costruzione per permettere alla
ferrovia di approssimarsi alla città di Caltanissetta
Il lungo tunnel
di 6.478 m si sviluppa tra il km 105,822 e il km 112,300 della linea
Palermo-Catania; inizia poco dopo la stazione di Marianopoli ed è in
ascesa costante del 20 per mille.
Fino all'inaugurazione recente della Galleria
Peloritana era il più lungo tunnel ferroviario della regione.
È stato progettato intorno al 1875
dalla Società
Vittorio Emanuele ma la sua costruzione si è protratta sia a
causa delle difficoltà di natura geologica e ambientale che a causa del
dissesto finanziario della società costruttrice; fu inaugurato il 1º
agosto 1885,
quando era in corso di subentro la nuova Società
Sicula, stabilendo così la continuità ferroviaria tra le due
maggiori città dell'isola
.
La linea di Valllelunga è quella attualmente in opera mentre l’Area
del Vallone è rimasta esclusa da ogni intervento . Se fosse passata la
variante di Montedoro oggi il paese sarebbe stato al centro della linea
ferroviaria tra Palermo e Catania e sicuramente per molti decenni
avrebbe costituito una struttura fondamentale per il suo sviluppo .
Oggi si discute dell’Alta Velocità anche in Sicilia ; esiste un
progetto delle Ferrovie che prevede la connessione tra Palermo e Catania
tagliando con una direttrice sotto le Madonie/Nebrodi tra Castelbuono (
costa nord dopo Cefalù) a Catenanuova nella piana di Catania …stavolta
tagliando fuori sia Caltanissetta che Enna !!!
Tagliati fuori nel 1870 e ironia della sorte anche oggi : la nota
sulla viabilità nel Vallone di qualche settimana addietro sembra
ricalcare le vicende di allora . Il Vallone rimane ai margini della
grande viabilità . La supposta "marginalità" di Agrigento fa
si che la "centralità" del Vallone venga aggirata ed ignorata
anche oggi.