La vecchiaia
Sono andata una mattina nelle mie due zie vecchie, a farle visita;
una mia zia era seduta e l’altra in piedi.
Quando le ho viste mi hanno fatto paura di come li aveva ridotte la
natura.
Erano più di dieci anni che non le vedevo e non credevo neanche alla
vista degli occhi miei!
Di quanto erano invecchiate e malandate.
Mi guardavano stupefatte e con gli occhi sgranati quasi non mi
riconoscevano;
con i visi felici, felici, mi dissero: "Oh, che sorpresa
vederti, nipote mia!
Vedi! essere vecchi che malinconia?!"
Mi presero tutte e due le mani e me li tennero strette, strette.
Mi fecero sedere e si misero a parlare, per essere ascoltate:
"Non viene più nessuno a venirci a trovare!
Siamo in quest’angolo soli e abbandonate, in questa anticamera
della morte!
Veniteci a trovare, non ci lasciate sole, avete un po’ di rispetto,
portateci onore!
Una parola di conforto, nelle orecchie per ascoltare.
Due mani per stringere e qualcosa da raccontare!
Forse i giovani non ci credono, ma se vuole Dio anche loro ci
passeranno;
essere vecchi è la cosa più brutta che la vita ci può dare!!"
Ho visto gli occhi delle mie zie pronte a lacrimare.
E da allora in poi da quella casa non ho voluto più allontanarmi.